24 maggio 2013
Pronta per affrontare le intemperie di fine maggio: calze a righe (ma non si vedono), stivali di gomma viola, jeans grigi scoloriti, canotta + maglietta + maglioncino di cotone bianco e viola effetto groviera, giubbottino nero imbottito senza maniche, impermeabile grigio corto, pareo nero come sciarpa e cappellino da pesca delle trote. Afferro l’ombrello rosso, lo zainetto e la borsa dove ho appena infilato Topolino e mezzo chilo di ragù congelato. Una voce: “Hai presente quei film dove c’è sempre il personaggio della zia un po’ strana…” “Vuoi dire che non sono carina?” “Diciamo che sei particolare” “Come una borsa con i pesci attaccati?” (questa la capiscono Francesca e pochi intimi) “Più o meno”. Parla chi si è appena fatto fotografare con un pigiama a quadretti giapponese simil british, con i capelli da pazzo, rannicchiato in posa plastica con un gatto in mezzo alle gambe…
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