
7 febbraio 2014
Il fotografo giapponese Fubirai ha trascorso cinque anni a documentare la vita dei gatti che vivono nell’isola di Tashirojima al largo della costa di Fukuoka, in Giappone.
La piccola isola ospita un villaggio di pescatori dove i gatti sono molto più numerosi degli abitanti umani con una media di quattro a uno.
I gatti furoni portati sull’isola nei tempi antichi del periodo Edo (1603-1868) per cacciare i topi dagli allevamenti di bachi da seta e in seguito, cessata la produzione di seta, sono stati tenuti in grande considerazione dai pescatori perché ritenuti utili per prevedere l’arrivo delle tempeste nonchè capaci di proteggere durante le uscite in mare garantendo fortuna e prosperità.
Secondo la tradizione locale, un giorno un pescatore che stava raccogliendo delle pietre da utilizzare per le sue reti, ha fatto rotolare accidentalmente un masso che ha ucciso un gatto, il profondo rispetto che il pescatore nutriva per questo animale lo ha portato a seppellire il suo corpicino e a creare un santuario, il Neko-jinja, in ricordo dello sfortunato felino e per proteggere tutti i gatti dell’isola.
Oggi a Tashirojima si contano almeno una decina di santuari simili, oltre a una cinquantina di statue raffiguranti mici e molti edifici a forma di gatto.
I felini considerati il porta fortuna dell’isola, nota anche come “il paradiso dei gatti”, sono nutriti e tenuti in buona salute dagli abitanti del villaggio. Abituati al contatto con gli uomini seguono sempre i numerosi turisti accompagnandoli nella visita del loro regno.
Ecco il sito di Fubirai con le foto dei gatti dell’isola di Tashirojima:
d.hatena.ne.jp/fubirai
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