foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Notte di magia
31 ottobre 2011

Happy Halloween!

One magical night

Una notte davvero magica.

Come in un libro di favole una piccola e simpatica strega deve riuscire a trasformare i suoi incubi in sogni. Sospesa in aria sulla sua scopa volante affronta fantasmi, pipistrelli e mostri che cambiano in ogni livello, trasformando con la bacchetta magica i cattivi in polvere di stelle e collezionando caramelle dai poteri veramente speciali.

Si gioca in una o due persone. La prima streghetta si muove con le frecce direzionali e lancia le stelline magiche con il tasto L. La seconda si muove con tasti W-A-S-D e lancia le stelline con il tasto 1.



Per giocare:
www.flashgames.it/one.magical.night

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Panini di Gualtiero Marchesi
26 ottobre 2011

Personalmente sono in po’ perplessa...

Gualtiero Marchesi ha creato per tutti i McDonald's italiani due panini e un dessert da lui firmati.

I nuovi McItaly del più famoso cuoco italiano sono due panini Vivace (disponibile dal 5 al 25 ottobre 2011) e Adagio (disponibile dal 26 ottobre al 15 novembre 2011) e un tiramisù al panettone Minuetto (disponibile dal 5 ottobre al 15 novembre 2011).

Ecco cosa dice il sito McDonald's:
Vivace
Assapora la creazione del maestro. Il nuovo McItaly Vivace ti farà cantare di gusto. Un velo di maionese alla senape, spinaci spadellati, cipolla dolce e carne bovina. Tutto arricchito da in croccante strato di bacon e racchiuso in caldo pane ai semi di girasole. Ricetta del maestro Gualtiero Marchesi, una sinfonia per il tuo palato.
Adagio
Assapora la creazione del maestro. Il nuovo McItaly Adagio è musica per il palato. Un abbraccio di mousse di melanzane s’intona a gustosa ricotta salata, pomodoro fresco e carne bovina. Il tutto racchiuso in morbido pane con mandorle. Una melodia che non ti stancherà mai.

Per prepararli a casa.
Ingredienti Vivace: pane speciale con semi di girasole, fette di bacon croccante, spinaci saltati, cipolla marinata, hamburger di carne bovina alla griglia, maionese e senape rustica con grani.
Ingredienti Adagio: pane speciale con trito di mandorle, mousse di melanzane, pomodoro a fette, cubetti di melanzane saltate, hamburger di carne bovina alla griglia, scaglie di ricotta salata.

La notizia ha stupito un po’ tutti, fatto storcere il naso a parecchi e decisamente imbestialire alcuni.
“Marchesi si nasce… venduti si diventa” è il titolo di un articolo scritto da Giacomo Camedda sulla rivista on line di informazione enogastronomica Oliovinopeperoncino. "Mi hanno sempre insegnato a tenere i toni bassi quando si formula una critica, ma (...) Marchesi scardina il vero street food italiano, dal cartoccio di pesci veneziano al panino con la trippa fiorentino fino alla milza d’agnello e ricotta che impaninano a Palermo, immolandosi sull’altare del dio dollaro. E c’è chi ancora lo chiama maestro".
Per leggere l’articolo completo.

www.mcdonalds.it

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“Le luci nelle case degli altri” di Chiara Gamberale
15 ottobre 2011

Prima o poi, presto o tardi, qualcosa ci spaventa, ci fa davvero male: e allora chiudiamo le saracinesche al resto. Ecco perchè il mondo diventa incompresibile! Perchè ci sembra di farne parte, di stare male o stare bene assieme agli altri, ma non è vero. Siamo più concentrati su quello che teniamo chiuso dentro di noi, dietro le saracinesche abbassate, che su quanto succede là fuori: e non ci capiamo più niente di niente.

(...) se le mamme muoiono e i papà latitano e i gatti spariscono e gli amici litigano e le coppie si lasciano, và da se che le ragazze di quattordici anni s'innamorano, altrimenti non si capisce quale motivo avrebbero per partecipare a questo gioco?

Perchè se mi svegliassi nel cuore della notte per un incubo su Porcomondo e mi mettessi a gridare aiuto, nessuno arriverebbe di corsa qui, da un'altra stanza. Ecco perchè. Perchè non arriverebbe Tina: le margherite bianche del suo vestito blu non rischiarirebbero il buio. Non arriverebbe Cate a farmi notare, carissima e lucida: "Non lo vedi, Mandorla, che sei in camera tua? Non vedi che non c'è nessun Porcomondo?". Non arriverebbe Samuele, che ci metterebbe un po' a capire cosa succede, ma comunque mi inviterebbe ad andare in cucina, a mangiare pane e Nutella. Non arriverebbero Paolo e Michelangelo, che mi porterebbero nel letto grande per continuare la notte in mezzo a loro, con la televisione accesa sul canale di un documentario così noioso da farmi riprendere sonno all'istante. Non arriverebbe Lidia, a interpretare l'incubo, e non arriverebbe Lorenzo, che penserebbe di consolarmi sostenendo che i sogni felici sono ancora peggio di quelli brutti, perchè è il risveglio che poi ti frega. Non arriverebbe la signora Brambilla, che mi metterebbe a sedere sulle sue ginocchia, anche se oramai ho diciasette anni, e non arriverebbe l'ingegnere, a cui basterebbe accendere l'abat-jour sul mio comodino per farmi capire che tutto è a posto.
Non arriverebbe mamma, certo: e avvolta nella sua nuvola di muschio bianco non potrebbe giurarmi è finito, era solo un incubo, adesso ci sono io.

Viviamo tutti all'oscuro di qualcosa che ci riguarda, no? Tutti.
Non possiamo sapere perchè la nostra professoressa ogni tanto arriva in classe con le occhiaie, per esempio. Oppure perchè il panettiere che ci fa sempre una battuta spiritosa, in certi giorni non vada per niente di scherzare. (...) Non sappiamo chi è passato prima di noi a un bagno pubblico che puzza da fare schifo. Perchè il cane che abbiamo trovato è stato abbandonato. (...) Che cosa dicono le persone quando parlano di noi ma noi non ci siamo: nemmeno questo sappiamo. Possiamo illuderci d'immaginarlo, ma non lo sappiamo. E poi, un mondo di altre cose. (...) Ma quello che soprattutto non sappiamo è quale, fra le persone con cui siamo abituati ad avere a che fare, sarà la prossima a morire. E allora, se perfino nonostante questo continuiamo a vivere come se niente fosse, che sarà mai andare avanti senza sapere fino in fondo chi era il nostro Primo Fidanzato?

"Dunque conoscere una persona significa permetterle di darci o toglierci qualcosa. Significa farla entrare nella nostra esistenza: fargliela sporcare, il giorno che quella persona avrà le scarpe piene di fango. Fargliela illuminare, se a quella persona verrà in mente di portare con sè una lampadina. Fargliela modificare, insomma. Mentre noi modifichiamo la sua. Senza che magari nessuno - nè noi nè quella persona - mentre succede, se ne renda conto."

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Elephant Parade
10 ottobre 2011

Dopo la Cow Parade che mi ha vista a caccia di scatti fotografici…


Debutta in Italia la Elephant Parade. Dal 16 settembre al 15 novembre 2011 Milano ospita oltre ottanta riproduzioni di cuccioli di elefante, a grandezza naturale, dipinte da artisti famosi ed emergenti.

La mostra open air colora la città dal centro storico al quadrilatero della moda, dai Navigli alle zone della movida meneghina, fino all’aeroporto di Malpensa. coinvolgendo cittadini e turisti.

Si tratta di un evento itinerante organizzato per sostenere The Asian Elephant Foundation e salvaguardare la sopravvivenza dell’elefante asiatico, specie a rischio di estinzione.

La Elephant Parade, nata nel 2007, ha avuto edizioni di grande successo in città come Rotterdam, Anversa, Amsterdam, Londra e dopo Milano approderà a Singapore.

Per l’edizione milanese la star Kate Perry ha ideato un cucciolo per Swarovski, Alonso e Massa hanno autografato quello Ferrari e altri elefanti sono stati realizzati dal designer Mendini, gli street artist Blue & Joy e Kayone, la modella Jodie Kidd, l’artista egiziano Medath Shafik, il disc jockey Federico l’Olandese Volante e il disegnatore Vincino.

ViviMilano, inserto di cultura e tempo libero del Corriere della Sera, promuove un concorso aperto a tutti per la creazione di due nuovi elefanti. Fino al 13 ottobre è possibile proporre idee per decorare i pachidermi situati in corso Vittorio Emanuele e in corso Garibaldi, un ghost artist realizzerà i progetti selezionati che saranno visibili a partire dal 2 novembre.

Tutti gli elefanti, a fine esposizione, saranno portati ai Frigoriferi Milanesi (19/21 novembre) quindi battuti all’asta da Christie’s, il 22 novembre, in una speciale serata al Palazzo del Ghiaccio.

Tanti sono gli eventi collaterali organizzati. Cocktail a tema durante la settimana della moda donna, workshop per adulti e ragazzi, una mostra di disegni di bambini delle scuole elementari e medie e un temporary shop presso la Rinascente dove si possono acquistare gadget “elephant friendly”.


www.elephantparade.com

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Ricetta: tegamino di uova alla besciamella
1 ottobre 2011

Ricetta semidimenticata... poi sono arrivate venti uova sode svizzere...

Tegamino di uova alla besciamella

6 uova
300 ml. di besciamella
3/4 cucchiai di parmigiano grattugiato
20 gr. di burro
paprica dolce
sale e pepe


Togliere le uova dal frigorifero un’oretta prima di mettersi ai fornelli.
Mettere le uova (che hanno raggiunto temperatura ambiente) in un pentolino con dell’acqua fredda e portare a bollore. Farle cuocere per 8 minuti circa girando spesso soprattutto a inizio cottura per fare in modo che il tuorlo risulti al centro dell’uovo.
Sgusciare le uova sode e tagliarle a metà. Mettere le mezze uova in una teglia imburrata salarle e peparle quindi coprirle con la besciamella, abbondante paprica dolce e parmigiano grattugiato.
Fare gratinare le uova sotto il grill per pochi minuti e servire subito.

Per una migliore presentazione mettere le uova in piccoli tegamini monoporzione.

Tutte le cotture delle uova nel guscio prevedono che siano a temperatura ambiente. Possono essere immerse in acqua calda (appena prima che raggiunga il punto di ebollizione) o in acqua fredda e portate successivamente a ebollizione (in questo caso cuoceranno, dal momento dell’ebollizione, uno o due minuti in meno rispetto ai tempi indicati di seguito). Quelle alla coque cuociono tre/quattro minuti (l’albume è appena rappreso e il tuorlo liquido). Le barzotte cinque/sei minuti (l’albume è rappreso e il tuorlo semiliquido). Le sode otto/dieci minuti (albume e tuorlo sono ben rappresi). Oltre i dieci minuti di cottura l’albume risulta duro e gommoso e il tuorlo assume una colorazione verdastra. E’ importante durante la cottura mantenere la temperatura dell’acqua costante in modo che sobbollisca. Per avere uova con il tuorlo ben centrato è sufficiente farle rotolare sul fondo del pentolino nei primi minuti di cottura. E’ consigliabile sgusciare le uova sode e barzotte immediatamente finita la cottura immergendole in acqua fredda.

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Avventure di un coniglietto verde
26 settembre 2011

Quando c'è bisogno di uno scacciapensieri...

Easy Joe

Originale avventura punta e clicca dai colori psichedelici.

Il verde coniglietto Joe vuole vedere il mondo, bisogna aiutarlo a risolvere piccoli enigmi che lo porteranno ad aprire porte, salire scale, azionare macchinari e altro ancora per poter proseguire nell’avventura.

Si gioca con il mouse cliccando sugli elementi attivi per far accadere eventi. Gli enigmi alle volte sono più facili di quello che sembrano.



Per giocare:
www.fastgames.com/easyjoe

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“Il leopardo” di Jo Nesbo
20 settembre 2011

Un po' di ottimismo scandinavo...

(...) Harry riusciva a vederle l'esile collo sotto i capelli raccolti e la peluria bianca sulla pelle, e pensò a come tutto fosse vulnerabile, alla grande rapidità con cui le cose cambiavano, a quanto poteva essere distrutto nel giro di pochi secondi. La vita era proprio questo: un processo di distruzione, la disintegrazione di qualcosa che all'inizio è perfetto. L'unica incognita un po' eccitante era se la distruzione sarebbe avvenuta all'improvviso oppure lentamente. Era un pensiero triste. Ma lui ci si aggrappò lo stesso.

Dunque, aveva detto che non avrebbe accettato il caso. Che aveva un padre in ospedale, ed era l'unico motivo per cui era tornato. Quello che non aveva detto era che, potendo scegliere se essere informato oppure no della malattia del padre, avrebbe preferito non sapere niente. Perchè non era tornato per amore. Era tornato per vergogna.
Harry alzò lo sguardo verso le due finestre buie del secondo piano, quelle di casa sua. (...)
Nel bilocale non era stato toccato nulla, eppure c'era qualcosa di diverso. Un riflesso grigio cipria, come se qualcuno fosse appena andato via e il suo respiro gelato fosse ancora sospeso nell'aria. Andò in camera da letto, posò la borsa e tirò fuori la stecca di sigarette sigillata. Anche lì era tutto uguale, tutto grigio come la pelle di una persona morta da due giorni. Si lasciò cadere di schiena sul letto. Chiuse gli occhi. (...)
Harry sapeva che c'era una bottiglia di Jim Beam mezza piena nell'armadietto sotto il lavello. Sapeva che poteva riprendere dal punto in cui si era interrotto lì, in quell'appartamento.

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Cinquanta anni del WWF
11 settembre 2011

Mi piace ricordare che questo 11 settembre è anche il cinquantesimo della fondazione del WWF..


Il World Wide Fund for Nature è stato fondato in Svizzera l'11 settembre 1961 ed è oggi tra le più importanti organizzazioni per la conservazione della natura.

Il Manifesto di Morges costituisce l'atto di fondazione del WWF.

Nei cinquant'anni dalla sua istituzione, l'associazione ha salvato più di un miliardo di ettari protetti e diverse specie dal rischio di estinzione, conta oggi più di 5 milioni di soci distribuiti in 5 continenti ed è impegnata in progetti per la conservazione della natura in oltre 100 paesi.

Sono oltre 1300 i progetti in cui il WWF è attivo in tutto il mondo: dalla tutela della foresta amazzonica, al ripristino dell'habitat degli oranghi, dalla costituzione di nuove aree protette per il panda gigante, alla promozione di una gestione sostenibile delle risorse naturali.

Le attività WWF svolgono un ruolo fondamentale per fermare il degrado dell'ambiente e per aiutare gli uomini a vivere in maggiore armonia con la natura.

Il marchio del panda, conosciuto in tutto il mondo, è simbolo di impegno, concretezza e positività per la tutela degli ecosistemi naturali e per il futuro dell'uomo.

Nel 1961, Chi-Chi, il primo panda gigante vivente in occidente, era un fenomeno dello zoo di Londra. Chi-Chi portò le persone a scoprire l'importanza della tutela delle specie animali a rischio estinzione.

Gerald Watterson, ambientalista e artista, creò una serie di bozzetti che il fondatore del WWF Sir Peter Scott usò per creare la prima versione del logo.
"Volevamo un animale bello, in pericolo e amato. E bianco e nero per risparmiare sui costi di stampa" P. Scott.



Il Manifesto di Morges.

www.wwf.it

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Sushi
7 settembre 2011

Il sushi, nella cucina giapponese, è un cibo a base di riso cotto con aceto di riso, zucchero e sale abbinato ad un ripieno o una guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato

Alcuni modi di comporre il sushi:

Makizushi (sushi arrotolato) polpettina cilindrica formata con l'aiuto di un tappeto di bambù detto makisu. E’ il tipo di sushi più familiare alla maggior parte degli occidentali. Generalmente è avvolto nel nori, un foglio di alga seccato che racchiude il riso ed il ripieno.

  • Futomaki (rotoli larghi) polpetta cilindrica con il nori all'esterno. Normalmente è spessa due o tre centimetri e larga quattro o cinque centimetri. È spesso fatta con due o tre ripieni scelti in modo da completarsi a vicenda in gusto e colore.

  • Hosomaki (rotoli sottili) polpettina cilindrica con il nori all'esterno. Tipicamente è spessa circa due centimetri e larga due centimetri. Generalmente ha un solo tipo di ripieno.


Temaki (rotoli mano) polpetta a forma di cono, con il nori all'esterno e gli ingredienti che sporgono dall'estremità larga. Tradizionalmente lungo dieci centimetri, va mangiato tenendolo con le dita, perché sarebbe troppo difficile da sollevare con i bastoncini.

Uramaki (rotoli interno-esterno) polpetta cilindrica di dimensioni medie con due o più ripieni. L'uramaki differisce da altri maki perché il riso è all'esterno ed il nori all'interno. Il ripieno è al centro circondato da un foglio di nori, quindi uno strato di riso ed una guarnizione esterna di un altro ingrediente, come uova di pesce o semi di sesamo tostati.

Oshizushi (sushi pressato) blocco formato usando una forma di legno detta oshibako. Il cuoco mette la guarnizione sul fondo dell'oshibako, la copre con riso sushi e preme il coperchio della forma per creare un blocco compatto e rettangolare. Il blocco viene rimosso dalla forma e tagliato in pezzi delle dimensioni di un boccone.

Nigirizushi (sushi modellato a mano) piccola polpettina simile al sushi pressato o arrotolato. Nella sua forma più semplice è un blocchetto di riso sushi con una punta di wasabi ed una fettina sottile di guarnizione sopra talvolta legata con una striscia sottile di nori.

Gunkanzushi (sushi nave da battaglia) polpettina di forma ovale, simile per forma all'hosomaki. Un pugnetto di riso viene avvolto a mano in una striscia di nori, ma invece di avere un ripieno al suo interno, ha degli ingredienti, come uova di pesce, impilati sopra.

Inarizushi (sushi ripieno) piccola tasca o cavità riempita con riso sushi e altri ingredienti. La tasca viene ricavata da un pezzo di tofu fritto (abura age), da una sottile frittata (fukusazushi) o da delle foglie di cavolo (kanpyo).

Chirashizushi (sushi sparpagliato) ciotola di riso sushi con gli altri ingredienti mischiati, è detto anche barazushi.

Come altri piatti anche il sushi ha dovuto adattarsi ai gusti alimentari dei paesi in cui si è diffuso per cui oggi si trovano, in giro per il mondo, tipi di sushi sconosciuti in Giappone composti con tonno piccante, carne di manzo o pollo, verdure varie e anche formaggi. Ad esempio il California Roll, nato negli Stati Uniti, è un uramaki solitamente farcito con avocado, surimi e cetriolo e nel quale lo strato esterno di riso è cosparso di semi di sesamo o uova di pesce volante.


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“La caccia al tesoro” di Andrea Camilleri
4 settembre 2011

Propio in quel momento arrivò il dottor Pasquano e appresso a lui la machina per il trasporto dei cataferi. Montalbano, appena che lo vitti arrivare, pinsò che avrebbi in quel momento preferito attrovarsi in una foresta circondato da armàli feroci. E infatti Pasquano, da quel gran cornuto che era, si misi a fari tiatro.
Si acculò allato alla bambola e principiò a esaminarla.
"Il cadavere non presenta segni di violenza" disse.
"Dutturi, vidissi che 'na pupa è" l'avvertì la fìmmina che l'aviva scoperta e sinni stava ancora là, cchiù confusa che pirsuasa.
"Allontanatela" fici Pasquano. "Io devo lavorare".
E continuò:
"Forse è deceduta per cause naturali".
"Dottore, ora basta" disse Montalbano.
Pasquano satò addritta come un grillo, russo 'n facci.
"E non me la domanda l'ora della morte, ah?" sbottò.
"Ma non vede che lei non è più capace i distingure un cadavere da un pupo? Un'altra volta, prima di scomodarmi, si accerti che il morto sia un vero morto e non un manichino! Cose da rincoglioniti totali!".
Acchianò santianno in machina e sinni partì.
I dù barellieri s'avvicinarono lenti e dubbitosi. Taliarono la bambola. Po' uno si grattò la testa. L'altro spiò:
"Ma la dobbiamo portare via con noi?".
"No, no, potete andare anche voi, grazie". Si sintiva annichiluto. (...)
Finalmenti, quanno sinni ghiero tutti, carricarono la bambola nel bagagliaio e tornarono in commissariato senza scangiarisi parola.

(...) che tipo era quell'omo? Doviva 'nzumma farne un profilo. E qui gli vinni da ridiri. In tante pillicule miricane c'era spisso uno psicologo che travagliava con la polizia e che faciva i profili degli assassini scanosciuti. Nelle pillicule, 'sti psicologi erano sempre bravissimi, di un serial killer che non avivano mai viduto arriniscivano a diri quant'era àvuto, l'età che aviva, se era schetto o maritato, quelo che gli era capitato quanno aviva cinco anni e se viviva birra o coca-cola. E ci 'nzirtavano sempri.

Nota dell'autore.
Tutto quello che è scritto in questo romanzo, nomi e cognomi, situazoni, avvenimenti, sono solo frutto della mia fantasia. Se qualcunosi riconoscerà in un mio personaggio, vuol dire che ha più fantasia di me.

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