foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Calendario 2022 il piccolo Ferruccio
1 dicembre 2021

Un gattino piccino picciò...

Il calendario di quest'anno propone alcuni scatti di Ferruccio quando era proprio minuscolo. Oliver e Cleopatra si sono limitati a sopportarlo (e non è poco!) ben contenti di non essere fotografati.



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Calendario 2021 Oliver e Cleopatra
26 dicembre 2020

Anche quest'anno il calendario, anzi due contando quello di degattoupage su Instagram...

Il calendario 2021 è dedicato a Oliver e Cleopatra che nella copertina mostrano tutto il loro entusiasmo per il progetto!



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Calendario 2020 panini dal ricettario
1 gennaio 2020

Anche quest'anno ecco il calendario...

Appuntamento con il calendario 2020 che propone una selezione di dodici goduriosi panini estrapolati dal ricettario.



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Calendario Oliver degattoupage 2019
25 dicembre 2018

Buone feste...

Calendario 2019 con una selezione di dodici degattoupage con Oliver protagonista: a gennaio è pasticciere, a febbraio panettiere, a marzo fruttivendolo, ad aprile pescivendolo, a maggio fornaio, a giugno macellaio, a luglio gelataio, ad agosto pollivendolo, a settembre ortolano, a ottobre formaggiaio, a novembre rosticciere e a dicembre salumiere.
Buon anno!



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Calendario 2018 dal ricettario di elena
25 dicembre 2017

Buon Natale e felice anno nuovo!

Una selezione di dodici ricette tratte dal ricettario, pubblicate e fotografate dal 2015 a oggi, con la meravigliosa presenza di Oliver la peste. E' un'opera prima realizzata sperimentando le funzioni di Canva.



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“Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini”
24 novembre 2017

di Yasmina Khadra

È uno splendido mattino, che basta a se stesso come il canto di un usignolo in un mondo di sordi; un mattino d'Algeria, illuminato dal freddo bagliore del sole di dicembre, simile a una gemma incastonata nella volta celeste, inaccessibile ai sogni contorti, alle preghiere bieche e agli Icari dalle ali tarpate.
Il cielo è di un azzurro lustrale. (...)
Sembra di sentire uno sciabordio, ma non ci sono fontane né ruscelli nei paraggi. Nel silenzio della foresta di Bainem tutto è semplice come l'acqua. E tutto è incantevole: la nebbiolina che sale dal burrone, i moscerini che volteggiano in un fascio di luce mescolandosi al pulviscolo scintillante dell'aria, la rugiada sull'erba, i fruscii della boscaglia, la fuga al rallentatore di una donnola. Viene voglia di darsi un pizzicotto. (...)
Dai rami di un salice piangente penzola un lenzuolo di seta. A mezz'asta.
Più avanti, all'ombra di una rupe, tra corone di fiori selvatici, riposa una ragazza. Nuda dalla testa ai piedi. E bella come solo una fata fuggita dalla tela di un artista sa esserlo. È semidistesa su un fianco, il viso rivolto a oriente, un braccio di traverso sul petto. Gli occhi grandi, messi in risalto dal mascara, sono aperti, lo sguardo è schermato da lunghe ciglia che devono aver suscitato innumerevoli emozioni. Mirabilmente truccata, con i capelli costellati di pagliuzze luccicanti, le mani ornate fino ai polsi da arabeschi berberi disegnati con l'henné, si direbbe che la tragedia l'abbia colta di sorpresa nel bel mezzo di un banchetto nuziale. Giace sulla sponda di un torrente asciutto, con il corpo disarticolato, ignara dei rumori che cominciano a levarsi dai cespugli, nient'affatto turbata dal contatto con la biscia che le si è appena insinuata sotto l'anca.
In questo scenario da sogno, mentre il mondo si risveglia ai propri paradossi, la Bella Addormentata ha chiuso con le favole. Ha smesso di credere al principe azzurro. Nessun bacio potrà resuscitarla.
È qui, e basta.
Affascinante e al tempo stesso spaventosa.
Come un'offerta sacrificale...

Yasmina Khadra è lo pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, nato in Algeria nel 1956, scrittore stimato e apprezzato in tutto il mondo. Ufficiale dell’esercito algerino, reclutato a nove anni, dopo aver suscitato con i suoi primi libri la disapprovazione dei superiori ha continuato a scrivere usando come pseudonimo il nome della moglie. Dopo aver lasciato l’esercito nel 1999 ha scelto di vivere in Francia.

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Calendario dell’avvento
1 dicembre 2012

Albero o presepe? Io che non sono appassionata di addobbi natalizi ho un debole per il calendario dell’avvento… ricordarmi di aprire le caselline poi è un’altra storia…



Il calendario dell’avvento mostra i giorni nel mese di dicembre che mancano all’arrivo del Natale.

L’idea di costruire un calendario che segna i giorni che separano dal Natale sembra abbia avuto origine in Germania, già intorno all’inizio dell’Ottocento, dove alcune famiglie hanno iniziato a segnare con dei gessi delle linee sulle pareti delle proprie case man mano che si avvicinava il 25 dicembre.
Inizialmente il conto alla rovescia cominciava dalla prima domenica dell’avvento mentre i calendari attuali iniziano dal primo di dicembre.

I calendari dell’avvento più comuni, realizzati in cartone con ventiquattro finestrelle in successione, da aprire giorno per giorno con all’interno cioccolatini raffiguranti motivi natalizi, disegni o filastrocche, si diffondono a partire dal 1920 in Germania e successivamente in maniera sempre più ampia in Europa e negli Stati Uniti.
In Europa del nord esistono molte varianti sul tema, come la calza dell’avvento che contiene ventiquattro regalini, la ghirlanda dell’avvento con ventiquattro candeline o la candela danese suddivisa in ventiquattro sezioni da accendere tutte le sere di dicembre sino a Natale.

Nelle ultime edizioni del mercatino di Natale di Bolzano la società Alto Adige Marketing ha trasformato il palazzo della propria sede, la casa natale dell’astronomo Max Valier, in un gigantesco calendario dell'avvento con ventiquattro finestre contenenti immagini natalizie che vengono scoperte giorno dopo giorno come i dolcetti nelle caselline.

Cercardo in rete sono tantissime le versioni proposte del calendario dell’avvento, da quelle faidate a quelle online. Il calendario virtuale di Penelope Schenk, realizzato del 2004, racconta le avventure di un gatto nero di nome Tate.
www.catwholaughed.com

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Solstizio d’inverno
22 dicembre 2011

Il solstizio d’inverno quest'anno cade il 22 dicembre.

Il termine solstizio viene dal latino solstitium che letteralmente significa sole fermo (da sol sole e sistere stare fermo).

Se ci si trova nell’emisfero nord della terra infatti, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre, si può osservare come il sole paia fermarsi in cielo. Il fenomeno è tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore. In termini astronomici, in questo periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge quindi la massima estensione e la luce del giorno la minima, si ha così la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.

Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, il 20 o 21 giugno, quando si ha il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta.

Il giorno del solstizio cade il 21 o 22 dicembre e l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo o quarto giorno successivo. Il sole, quindi che nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole e pare precipitare nell’oscurità, ritorna vitale e sembra rinascere invincibile sulle tenebre proprio il 25. Questa interpretazione astronomica può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro.

I popoli primitivi erano intimamente legati al ciclo della natura. I fenomeni naturali apparivano indecifrabili, incombenti, potente espressione di forze da venerare. Vedere il sole perdere forza e ridurre sempre più il suo corso nel cielo era una minaccia per la vita stessa, il timore che il sole non sorgesse più doveva essere esorcizzato con riti che avessero lo scopo di aiutarlo nel momento di minor forza.

Partendo da questa considerazione si possono individuare le origini dei rituali e delle feste pagane collegate al solstizio d’inverno. Durante queste feste venivano accesi fuochi che con il loro calore e la loro luce, avevano la funzione di ridare forza al sole indebolito.

Uno dei luoghi più caratteristici per festeggiare la notte più lunga dell'anno e aspettare il sorgere del sole è sicuramente il sito di Stonehenge in Inghilterra.
Centinaia di persone si riuniscono all'interno di questo anello di pietra per celebrare il sorgere del sole con balli e canti, sono neopagani vestiti da sacerdoti druidi ma anche turisti e curiosi.

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