27 febbraio 2012
Mi ricordo mia nonna con un libro di Mapplethorpe in mano che dice “… ma Giuliano ti sembrano cose da regalare a tua figlia?”
Robert Mapplethorpe, Fondazione Forma per la Fotografia, Milano, dal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012.
Per la prima volta a Milano, una grande retrospettiva dell’opera di Robert Mapplethorpe.
La mostra presenta centosettantotto fotografie, provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York e rappresenta un’occasione unica per ripercorrere l’opera di Mapplethorpe, dalle prime polaroid degli inizi degli anni Settanta, fino ai celebri still life, ai fiori, ai ritratti e autoritratti, alla sorprendente serie dedicata alla culturista Lisa Lyon, alle splendide immagini dedicate al corpo maschile (indagato e celebrato come mai prima di allora), all’omaggio alla sua musa Patti Smith, agli insoliti, teneri e malinconici ritratti di bambini.
Scenario del suo lavoro è la New York degli anni Settanta e Ottanta, quello della rivoluzione pop, del new dada e di Andy Warhol, la città creativa e disinibita della liberazione sessuale, dell’esplosione della performance e della body art.
Tra i più importanti autori del Novecento, Mapplethorpe ha influenzato con le sue immagini dalla composizione rigorosa generazioni di fotografi e artisti.
La ricerca della perfezione, mito irraggiungibile per la maggior parte degli artisti, è per Robert Mapplethorpe la condizione necessaria da raggiungere in ogni singolo scatto.
“Cerco la perfezione della forma. Lo faccio con i ritratti, lo faccio con i peni, lo faccio con i fiori. Non c’è differenza tra un soggetto e l’altro. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo.
Se fossi nato cento o duecento anni fa, avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un mezzo molto veloce per vedere e per fare scultura”. Robert Mapplethorpe
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