foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Avventure di un coniglietto verde
26 settembre 2011

Quando c'è bisogno di uno scacciapensieri...

Easy Joe

Originale avventura punta e clicca dai colori psichedelici.

Il verde coniglietto Joe vuole vedere il mondo, bisogna aiutarlo a risolvere piccoli enigmi che lo porteranno ad aprire porte, salire scale, azionare macchinari e altro ancora per poter proseguire nell’avventura.

Si gioca con il mouse cliccando sugli elementi attivi per far accadere eventi. Gli enigmi alle volte sono più facili di quello che sembrano.



Per giocare:
www.fastgames.com/easyjoe

Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.


Commenti
Categorie: animali · giochi
Tags: , ,

“Il leopardo” di Jo Nesbo
20 settembre 2011

Un po' di ottimismo scandinavo...

(...) Harry riusciva a vederle l'esile collo sotto i capelli raccolti e la peluria bianca sulla pelle, e pensò a come tutto fosse vulnerabile, alla grande rapidità con cui le cose cambiavano, a quanto poteva essere distrutto nel giro di pochi secondi. La vita era proprio questo: un processo di distruzione, la disintegrazione di qualcosa che all'inizio è perfetto. L'unica incognita un po' eccitante era se la distruzione sarebbe avvenuta all'improvviso oppure lentamente. Era un pensiero triste. Ma lui ci si aggrappò lo stesso.

Dunque, aveva detto che non avrebbe accettato il caso. Che aveva un padre in ospedale, ed era l'unico motivo per cui era tornato. Quello che non aveva detto era che, potendo scegliere se essere informato oppure no della malattia del padre, avrebbe preferito non sapere niente. Perchè non era tornato per amore. Era tornato per vergogna.
Harry alzò lo sguardo verso le due finestre buie del secondo piano, quelle di casa sua. (...)
Nel bilocale non era stato toccato nulla, eppure c'era qualcosa di diverso. Un riflesso grigio cipria, come se qualcuno fosse appena andato via e il suo respiro gelato fosse ancora sospeso nell'aria. Andò in camera da letto, posò la borsa e tirò fuori la stecca di sigarette sigillata. Anche lì era tutto uguale, tutto grigio come la pelle di una persona morta da due giorni. Si lasciò cadere di schiena sul letto. Chiuse gli occhi. (...)
Harry sapeva che c'era una bottiglia di Jim Beam mezza piena nell'armadietto sotto il lavello. Sapeva che poteva riprendere dal punto in cui si era interrotto lì, in quell'appartamento.

Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.


Commenti
Categorie: lettura
Tags: , , , , , , , , ,

Cinquanta anni del WWF
11 settembre 2011

Mi piace ricordare che questo 11 settembre è anche il cinquantesimo della fondazione del WWF..


Il World Wide Fund for Nature è stato fondato in Svizzera l'11 settembre 1961 ed è oggi tra le più importanti organizzazioni per la conservazione della natura.

Il Manifesto di Morges costituisce l'atto di fondazione del WWF.

Nei cinquant'anni dalla sua istituzione, l'associazione ha salvato più di un miliardo di ettari protetti e diverse specie dal rischio di estinzione, conta oggi più di 5 milioni di soci distribuiti in 5 continenti ed è impegnata in progetti per la conservazione della natura in oltre 100 paesi.

Sono oltre 1300 i progetti in cui il WWF è attivo in tutto il mondo: dalla tutela della foresta amazzonica, al ripristino dell'habitat degli oranghi, dalla costituzione di nuove aree protette per il panda gigante, alla promozione di una gestione sostenibile delle risorse naturali.

Le attività WWF svolgono un ruolo fondamentale per fermare il degrado dell'ambiente e per aiutare gli uomini a vivere in maggiore armonia con la natura.

Il marchio del panda, conosciuto in tutto il mondo, è simbolo di impegno, concretezza e positività per la tutela degli ecosistemi naturali e per il futuro dell'uomo.

Nel 1961, Chi-Chi, il primo panda gigante vivente in occidente, era un fenomeno dello zoo di Londra. Chi-Chi portò le persone a scoprire l'importanza della tutela delle specie animali a rischio estinzione.

Gerald Watterson, ambientalista e artista, creò una serie di bozzetti che il fondatore del WWF Sir Peter Scott usò per creare la prima versione del logo.
"Volevamo un animale bello, in pericolo e amato. E bianco e nero per risparmiare sui costi di stampa" P. Scott.



Il Manifesto di Morges.

www.wwf.it

Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.


Commenti
Categorie: ambiente · animali · associazioni
Tags: , , , , , , , , , ,

Sushi
7 settembre 2011

Il sushi, nella cucina giapponese, è un cibo a base di riso cotto con aceto di riso, zucchero e sale abbinato ad un ripieno o una guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato

Alcuni modi di comporre il sushi:

Makizushi (sushi arrotolato) polpettina cilindrica formata con l'aiuto di un tappeto di bambù detto makisu. E’ il tipo di sushi più familiare alla maggior parte degli occidentali. Generalmente è avvolto nel nori, un foglio di alga seccato che racchiude il riso ed il ripieno.

  • Futomaki (rotoli larghi) polpetta cilindrica con il nori all'esterno. Normalmente è spessa due o tre centimetri e larga quattro o cinque centimetri. È spesso fatta con due o tre ripieni scelti in modo da completarsi a vicenda in gusto e colore.

  • Hosomaki (rotoli sottili) polpettina cilindrica con il nori all'esterno. Tipicamente è spessa circa due centimetri e larga due centimetri. Generalmente ha un solo tipo di ripieno.


Temaki (rotoli mano) polpetta a forma di cono, con il nori all'esterno e gli ingredienti che sporgono dall'estremità larga. Tradizionalmente lungo dieci centimetri, va mangiato tenendolo con le dita, perché sarebbe troppo difficile da sollevare con i bastoncini.

Uramaki (rotoli interno-esterno) polpetta cilindrica di dimensioni medie con due o più ripieni. L'uramaki differisce da altri maki perché il riso è all'esterno ed il nori all'interno. Il ripieno è al centro circondato da un foglio di nori, quindi uno strato di riso ed una guarnizione esterna di un altro ingrediente, come uova di pesce o semi di sesamo tostati.

Oshizushi (sushi pressato) blocco formato usando una forma di legno detta oshibako. Il cuoco mette la guarnizione sul fondo dell'oshibako, la copre con riso sushi e preme il coperchio della forma per creare un blocco compatto e rettangolare. Il blocco viene rimosso dalla forma e tagliato in pezzi delle dimensioni di un boccone.

Nigirizushi (sushi modellato a mano) piccola polpettina simile al sushi pressato o arrotolato. Nella sua forma più semplice è un blocchetto di riso sushi con una punta di wasabi ed una fettina sottile di guarnizione sopra talvolta legata con una striscia sottile di nori.

Gunkanzushi (sushi nave da battaglia) polpettina di forma ovale, simile per forma all'hosomaki. Un pugnetto di riso viene avvolto a mano in una striscia di nori, ma invece di avere un ripieno al suo interno, ha degli ingredienti, come uova di pesce, impilati sopra.

Inarizushi (sushi ripieno) piccola tasca o cavità riempita con riso sushi e altri ingredienti. La tasca viene ricavata da un pezzo di tofu fritto (abura age), da una sottile frittata (fukusazushi) o da delle foglie di cavolo (kanpyo).

Chirashizushi (sushi sparpagliato) ciotola di riso sushi con gli altri ingredienti mischiati, è detto anche barazushi.

Come altri piatti anche il sushi ha dovuto adattarsi ai gusti alimentari dei paesi in cui si è diffuso per cui oggi si trovano, in giro per il mondo, tipi di sushi sconosciuti in Giappone composti con tonno piccante, carne di manzo o pollo, verdure varie e anche formaggi. Ad esempio il California Roll, nato negli Stati Uniti, è un uramaki solitamente farcito con avocado, surimi e cetriolo e nel quale lo strato esterno di riso è cosparso di semi di sesamo o uova di pesce volante.


Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.


Commenti
Categorie: cibo
Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , ,

“La caccia al tesoro” di Andrea Camilleri
4 settembre 2011

Propio in quel momento arrivò il dottor Pasquano e appresso a lui la machina per il trasporto dei cataferi. Montalbano, appena che lo vitti arrivare, pinsò che avrebbi in quel momento preferito attrovarsi in una foresta circondato da armàli feroci. E infatti Pasquano, da quel gran cornuto che era, si misi a fari tiatro.
Si acculò allato alla bambola e principiò a esaminarla.
"Il cadavere non presenta segni di violenza" disse.
"Dutturi, vidissi che 'na pupa è" l'avvertì la fìmmina che l'aviva scoperta e sinni stava ancora là, cchiù confusa che pirsuasa.
"Allontanatela" fici Pasquano. "Io devo lavorare".
E continuò:
"Forse è deceduta per cause naturali".
"Dottore, ora basta" disse Montalbano.
Pasquano satò addritta come un grillo, russo 'n facci.
"E non me la domanda l'ora della morte, ah?" sbottò.
"Ma non vede che lei non è più capace i distingure un cadavere da un pupo? Un'altra volta, prima di scomodarmi, si accerti che il morto sia un vero morto e non un manichino! Cose da rincoglioniti totali!".
Acchianò santianno in machina e sinni partì.
I dù barellieri s'avvicinarono lenti e dubbitosi. Taliarono la bambola. Po' uno si grattò la testa. L'altro spiò:
"Ma la dobbiamo portare via con noi?".
"No, no, potete andare anche voi, grazie". Si sintiva annichiluto. (...)
Finalmenti, quanno sinni ghiero tutti, carricarono la bambola nel bagagliaio e tornarono in commissariato senza scangiarisi parola.

(...) che tipo era quell'omo? Doviva 'nzumma farne un profilo. E qui gli vinni da ridiri. In tante pillicule miricane c'era spisso uno psicologo che travagliava con la polizia e che faciva i profili degli assassini scanosciuti. Nelle pillicule, 'sti psicologi erano sempre bravissimi, di un serial killer che non avivano mai viduto arriniscivano a diri quant'era àvuto, l'età che aviva, se era schetto o maritato, quelo che gli era capitato quanno aviva cinco anni e se viviva birra o coca-cola. E ci 'nzirtavano sempri.

Nota dell'autore.
Tutto quello che è scritto in questo romanzo, nomi e cognomi, situazoni, avvenimenti, sono solo frutto della mia fantasia. Se qualcunosi riconoscerà in un mio personaggio, vuol dire che ha più fantasia di me.

Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.


Commenti
Categorie: lettura
Tags: , , , , , , , , , , ,

Desigual
3 settembre 2011

Mi succede così… guardo e a colpo d’occhio prenderei tutto… poi in realtà sono veramente pochi i capi che sono disposta a comprare e indossare… ma con quei pochi è vera sintonia…

Abbigliamento urbano non convenzionale per uomo, donna e bambino.

Il marchio Desigual è stato creato da Thomas Meyer, svizzero di nascita e iberico d'adozione, che inizia a vent’anni la sua carriera vendendo abiti patchwork ad Ibiza.

L'apertura del primo grande negozio sulle Ramblas di Barcellona decreta il grande successo della filosofia che guida il marchio Desigual: “questo non é uguale”.

Desigual si avvicina ai suoi clienti diversificandoli per stili e non per età e propone un mondo in cui ognuno è libero di vestirsi indossando capi d'abbigliamento diseguali, variopinti e in grado di comunicare emozioni positive.

L’affascinante stile Desigual è caratterizzato da patchwork vivacissimi impreziositi da bottoni sapientemente abbinati, da interessanti chiusure asimmetriche, da insoliti accostamenti di ricami colorati e fantasie psichedeliche, da preziosi velluti accostati ad inserti di jeans.

Abiti, borse e accessori stravaganti ricordano una confezione artigianale dei capi.

Recentemente una promozione Desigual chiedeva di presentarsi in negozio vestiti solo con indumenti intimi per poter ottenere gratuitamente due capi di abbigliamento a scelta: l’iniziativa ha avuto un grandissimo successo!



www.desigual.com

Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.


Commenti
Categorie: abbigliamento
Tags: , , , , , , , , , , , , ,