foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Frida. Oltre il mito
26 aprile 2018

Oggi senza prenotare e senza coda...

Frida. Oltre il mito
Mudec - Museo delle Culture, Milano, dal 1 febbraio 2018 al 3 giugno 2018

Il Museo delle Culture di Milano celebra Frida Kahlo (1907–1954) con una grande e nuova retrospettiva. Un’occasione per vedere in un’unica sede espositiva dopo 15 anni tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, e con la partecipazione di autorevoli musei internazionali che presteranno alcuni dei capolavori dell’artista messicana mai visti in Italia.
Grazie anche all’Archivio di Casa Azul, scoperto nel 2007 e oggetto di studi effettuati dal curatore della mostra Diego Sileo, la mostra proporrà nuove chiavi di lettura dell’artista messicana. Le opere scelte per l’esposizione delineeranno, in questa retrospettiva presentata al Mudec, una trama inedita attorno a Frida Kahlo, riconsiderandone la figura “oltre il mito”, come dice il titolo stesso della mostra.

"Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più" queste le ultime parole di Frida Kahlo scritte nel suo diario prima di morire. Aveva quarantasette anni.


Autoritratto con collana di spine e colibrì, 1940

http://www.mudec.it/ita/frida/

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Museo del Prosciutto di Parma
26 agosto 2017

Il Museo del Prosciutto di Parma a Langhirano

In una terra fertile, delimitata a Nord dal Po e a Sud dall’Appennino, compresa tra le valli dell’Enza e dello Stirone, fin dai tempi più remoti si sviluppò l’allevamento dei suini, favorito dalle vaste estensioni boscose e dalla presenza delle querce, e con queste, delle ghiande. Branchi di maiali pascolavano in vaste aree boschive e le popolazioni di origine celtica, qui stanziate, misero a punto le "tecnologie" necessarie all’impiego delle loro carni e alla loro conservazione, anche grazie alle sorgenti e ai pozzi di acqua salata di Salsomaggiore e Rivalta.
Le caratteristiche del territorio giocarono un ruolo fondamentale ed è qui che oggi sorge il Museo del Prosciutto di Parma: a Langhirano, che del prosciutto è la capitale riconosciuta, nel complesso integralmente restaurato dell’ex Foro Boario, splendida architettura rurale dei primi del Novecento, storicamente destinata alla contrattazione del bestiame.
Organizzato in otto sezioni, il percorso di visita al museo inizia dal territorio, con la descrizione dell’agricoltura parmense, per poi passare alla sezione dedicata alle razze suine, alla loro diffusione nei vari continenti e alle varietà utilizzate per la produzione del prosciutto di Parma.
La ricca sezione dedicata al sale racconta la storia di questo importantissimo strumento di conservazione degli alimenti, che grazie ai pozzi presenti sul territorio, favorì nel tempo lo sviluppo dell’arte salumiera. Vi è esposta una raccolta di sali provenienti da tutto il mondo e un raro filmato sull'estrazione del sale dai pozzi di Salsomaggiore.
La sala dedicata alla norcineria raccoglie, oltre a numerosi documenti storici sull’attività della macellazione dei suini nei secoli, un ampio campionario di antichi oggetti impiegati da generazioni di norcini per la lavorazione delle carni.
Le restanti sezioni presentano gli altri salumi tipici del territorio parmense, approfondiscono il tema della gastronomia e dell’impiego del prosciutto in cucina, narrano, anche attraverso testimonianze in video, le tecniche di lavorazione del prosciutto e la struttura di un prosciuttificio, presentano infine l’attività del Consorzio del Prosciutto di Parma, che garantisce la qualità di questo straordinario prodotto noto e apprezzato in tutto il mondo.



www.museidelcibo.it/prosciutto

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Mostra mercato del peperoncino
14 settembre 2016

Elena versus Carolina Reaper... Adesso posso dire di aver eroicamente assaggiato il peperoncino più piccante al mondo anche se ho trovato decisamente più interessante il Trinidad Scorpion Chocolate...


Alla quinta edizione della Mostra mercato del peperoncino (Milano, Piazza Portello - 10/11 settembre 2016) esposte più di 100 varietà differenti di peperoncini provenienti da oltre 20 Paesi diversi.

Possibilità di sperimentare con una degustazione guidata ("Pica-Test") i diversi gradi di piccantezza degli esemplari in mostra, da quello meno piccante al peperoncino più "hot" e di conoscere e acquistare piante di varietà esclusive, apprendendo le giuste tecniche di coltivazione e conservazione.

Protagonista dell’esposizione, il Carolina Reaper il peperoncino più piccante al mondo, che può raggiungere e superare i 2 milioni di gradi Scoville. Presente anche il temibile Trinidad Moruga Scorpion dalla piccantezza definita "nucleare", il Bhut Jolokia, conosciuto come "Peperoncino Re Cobra" o "Ghost Chili" e i suoi derivati dai colori più svariati: Bhut Peach, Bhut White, Bhut Yellow e Chocolate Bhut, oltre alla grande famiglia dei Naga a partire dal Naga Morich, Naga Viper, King Naga, NagaLah e l’esclusivo Dorset Naga.

Senza dimenticare poi il Seven Pod, la cui bacca è sufficiente per rendere piccanti 7 pentole di fagioli, e le varietà classiche come il mitico Jalapeno e l'Habanero in tutte le sue varianti: rosso, dorato, bianco, Green, Condor Beak, Capuchino e Naranja per finire con l'Habanero Chocolate. Interessanti anche le varietà dette "Patio" per le caratteristiche di forma contenuta e bellezza appariscente, in genere di piccantezza elevata: Cayennetta, Sangria, Maui purple, Peruviano purple, Trifetti, Basket of Fire, Lingua di Fuoco, Salamandara, Thai Hot. Esposte anche le varietà di recente introduzione per gli appassionati dei Super Hot: Armageddon, Sepia Serpent, Douglah Billy Boy, 7 Pod Bubblegum, The Beast, Jay’s Peach e Jay’s Red che raggiungono piccantezze estreme.

Per gli amanti della tradizione presenti anche i più famosi peperoncini naturalizzati italiani, dal Cayenna al Mazzetto, dal Diavolicchio al Tondo da farcire e peperoncini tipici dell’Indonesia come il Cabe Rawit o dell’Argentina come l'Aconcagua o del Perù come il Rocoto Rojo e l'Amarillo.

L'appuntamento si conferma attesissimo per intenditori e amanti del piccante.



Scala di Scoville: scala empirica di piccantezza dei peperoncini, istituita nel 1912 dal chimico Wilbur Scoville, che misura il bruciore causato dalla capsaicina, sostanza che stimola i recettori del caldo situati sulla lingua. Il test di Scoville prevede che una soluzione dell'estratto del peperoncino venga diluita in acqua e zucchero sino a quando il bruciore non è più percettibile a un insieme di assaggiatori (generalmente 5); il grado di diluizione, raffrontato al valore 16.000.000 assegnato alla capsaicina pura, determina il valore di piccantezza assegnato al peperoncino in unità di Scoville.


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Barbie. The Icon
11 novembre 2015

Barbie. The Icon
Mudec - Museo delle Culture, Milano, dal 28 ottobre 2015 al 13 marzo 2016

Il suo vero nome è Barbara Millicent Robert, ma per tutti è solo Barbie. Definirla una bambola sarebbe riduttivo. Barbie è un’icona globale, che in 56 anni di vita è riuscita ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale, antropologica. Per questo motivo il Museo delle Culture di Milano le dedica una mostra, curata da Massimiliano Capella, dal titolo "Barbie. The Icon".



La mostra racconta l’incredibile vita di questa bambola che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia ma che, a differenza di altri miti della contemporaneità che sono rimasti stritolati dallo scorrere del tempo, ha avuto il privilegio di resistere allo scorrere degli anni e attraversare epoche e terre lontane, rappresentando ben 50 diverse nazionalità e rafforzando così la sua identità di specchio dell’immaginario globale.



La mostra è articolata in 5 sezioni e preceduta da una sala introduttiva, Who is Barbie, dove si trovano sette pezzi iconici che rappresentano le decadi dal 1959 ad oggi, la time line, le curiosità, i numeri e il making off globale di Barbie.



www.mudec.it/ita/barbie
www.thebarbiecollection.com

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Art Aquarium
12 luglio 2015

Art Aquarium, Circolo Filologico Milanese, Milano, dal 29 maggio al 23 agosto 2015.
Un’esperienza che lascerà a bocca aperta.


Dopo l’enorme successo riscosso nelle principali città del Giappone, dove ha raggiunto 4 milioni e mezzo di visitatori, la mostra Art Aquarium esce per la prima volta dai confini del Giappone e raggiunge Milano per la sua prima internazionale.

Il Kingyo (pesce rosso), simbolo di prosperità e fortuna, è il protagonista delle monumentali vasche d’acqua di Art Aquarium, installazioni che evocano la cultura del Sol Levante immerse di luci, immagini, musiche e profumi che prendono vita grazie alle sinuose danze acquatiche dei pesci rossi.

Gli acquari in mostra, vere opere d’arte, sono degli ecosistemi complessi creati dall’artista Hidetomo Kimura per mettere in scena eleganti spettacoli legati alla millenaria tradizione nipponica che celebra la vita e la bellezza.

Art Aquarium rappresenta un vero e proprio viaggio alla scoperta della cultura giapponese tra design, tecnologia e tradizione che stupisce il visitatore e lo coinvolge in un’esperienza multisensoriale.

"Da artista, sono particolarmente attratto dai pesci colorati per la loro grazia ed eleganza innata. In particolare, mi colpisce la bellezza misteriosa e la naturale semplicità di cui il è dotato. Per questo nei miei lavori lo prediligo, perchè è già da solo un’opera d’arte.
Inoltre, quando realizzo una mostra come Art Aquarium, desidero ricreare ed evocare la tradizione nipponica, per unirla alle innovazioni artistiche e tecnologiche. Art Aquarium diventa un palcoscenico per i Kingyo, un modo unico per far conoscere all’uomo la loro bellezza ed eleganza.
Art Aquarium è una fusione tra natura e realtà, design e arte, rappresentati nelle vasche e personificati dal Kingyo. Nei miei acquari c’è la bellezza che questo pianeta ha creato: il Kingyo è il segno tangibile della provvidenza di madre natura.
Spero che attraverso l’incontro con la mia opera, i visitatori possano fare esperienza della sublime arte dell’acquario, possano percepire e meglio comprendere il suo messaggio, sentire il desiderio di conoscere, proteggere e amare la bellezza che la natura ha creato"
. Hidetomo Kimura

www.artaquarium.it

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Piero Manzoni 1933-1963
19 aprile 2014

Il Conte Giuseppe Manzoni di Chiosca, è stato mio professore di storia dell'arte per due anni al liceo, che fosse il fratello minore di Piero l'ho appurato con certezza solo a fine studi...


"Piero Manzoni 1933-1963" Palazzo Reale, Milano, dal 26 marzo al 2 giugno 2014.

A poco più di cinquant’anni dalla morte improvvisa di Piero Manzoni, la sua opera è riconosciuta sempre più come una delle esperienze fondamentali dell'avanguardia del XX secolo. Milano con questa mostra gli rende un doveroso omaggio.

"Non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali; le modificazioni non bastano: la trasformazione dev'essere integrale". Piero Manzoni

"Non c'è nulla da dire: c'è solo da essere, c'è solo da vivere". Piero Manzoni



www.mostramanzonimilano.it
www.pieromanzoni.org

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Robert Mapplethorpe
27 febbraio 2012

Mi ricordo mia nonna con un libro di Mapplethorpe in mano che dice “… ma Giuliano ti sembrano cose da regalare a tua figlia?”

Robert Mapplethorpe, Fondazione Forma per la Fotografia, Milano, dal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012.

Per la prima volta a Milano, una grande retrospettiva dell’opera di Robert Mapplethorpe.

La mostra presenta centosettantotto fotografie, provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York e rappresenta un’occasione unica per ripercorrere l'opera di Mapplethorpe, dalle prime polaroid degli inizi degli anni Settanta, fino ai celebri still life, ai fiori, ai ritratti e autoritratti, alla sorprendente serie dedicata alla culturista Lisa Lyon, alle splendide immagini dedicate al corpo maschile (indagato e celebrato come mai prima di allora), all’omaggio alla sua musa Patti Smith, agli insoliti, teneri e malinconici ritratti di bambini.

Scenario del suo lavoro è la New York degli anni Settanta e Ottanta, quello della rivoluzione pop, del new dada e di Andy Warhol, la città creativa e disinibita della liberazione sessuale, dell’esplosione della performance e della body art.

Tra i più importanti autori del Novecento, Mapplethorpe ha influenzato con le sue immagini dalla composizione rigorosa generazioni di fotografi e artisti.

La ricerca della perfezione, mito irraggiungibile per la maggior parte degli artisti, è per Robert Mapplethorpe la condizione necessaria da raggiungere in ogni singolo scatto.

“Cerco la perfezione della forma. Lo faccio con i ritratti, lo faccio con i peni, lo faccio con i fiori. Non c'è differenza tra un soggetto e l'altro. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo.
Se fossi nato cento o duecento anni fa, avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un mezzo molto veloce per vedere e per fare scultura”.
Robert Mapplethorpe



www.formafoto.it

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Pixar 25 anni di animazione
10 febbraio 2012

Ultimi giorni della mostra Pixar 25 anni di animazione al PAC di Milano (dal 23 novembre 2011 al 14 febbraio 2012).

Arrivata in Europa e in anteprima a Milano, dopo essere stata al MOMA di New York e altri importanti musei in Australia e Estremo Oriente, la mostra al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta oltre 500 opere tra disegni, dipinti, sculture e installazioni che ripercorrono l'avventura dello studio statunitense fondato da John Lasseter e Steve Jobs.

Le opere esposte, suddivise in quattro sezioni espositive Personaggi, Storie, Mondi e Digital Convergence mostrano la fase creativa nascosta dei maestri dell’animazione mondiale e la straordinaria capacità di illustratori e registi di combinare tecniche artistiche tradizionali alle più sofisticate tecnologie digitali. Dal primo lungometraggio dedicato a Luxo Jr. (1986) ai grandi capolavori come Monster & Co. (2001), Toy Story 1-2-3, Ratatouille (2007), WALL·E (2008), Up (2009) sino a Cars 2 (2011) e un’anticipazione di Brave in uscita nel 2012, la mostra propone un interessante percorso nella cultura digitale intesa come linguaggio innovativo e creativo applicato all’animazione e al cinema.
L’ installazione Artscape (dove la tecnologia digitale dona a immagini bidimensionali un movimento tridimensionale simulato) e lo Zoetrope ricreano l’emozione dell’animazione.

In 25 anni, lo studio d'animazione Pixar ha creato personaggi geniali e indimenticabili come Woody il cowboy di pezza che rischia di venir rimpiazzato dal super tecnologico Buzz Lightyear, Remy il topo francesce con il pallino per l'alta cucina e Nemo il piccolo pesce pagliaccio finito in cattività.

John Lasseter intervistato a Milano dice:
"Io dico sempre che l’arte sfida la tecnologia, ma la tecnologia ispira l’arte. Con la tecnologia non ci si può divertire. L’emozione nasce da come questa viene utilizzata".
"Quando ero piccolo amavo i cartoni animati. Poi sono cresciuto e quando avrei dovuto iniziare a interessarmi allo sport e alle donne l’animazione ha continuato a piacermi di più. Quando ho letto un libro che spiegava come si fanno i cartoon mi si è accesa una lampadina: potevo guadagnarmi da vivere così!".




www.mostrapixarmilano.it

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Artemisia Gentileschi
28 gennaio 2012

"Artemisia Gentileschi. Storia di una passione" mostra monografica a Palazzo Reale, Milano, dal 22 settembre 2011 al 29 gennaio 2012.

Apertura straordinaria dalle ore 9.30 di sabato 28 fino a mezzanotte di domenica 29 gennaio.

La mostra ospita una vasta selezione delle opere di questa poliedrica autrice. Oltre 40 tele e diversi documenti inediti, tra cui le lettere d'amore autografe scritte dall'artista al gentiluomo fiorentino Francesco Maria Maringhi.

Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni che corrispondono ad altrettanti significativi periodi della vita della pittrice: gli inizi romani strettamente legati all'opera paterna di Orazio Gentileschi, il periodo fiorentino, il ritorno a Roma intorno agli anni venti che la vide figura guida tra i naturalisti, il ventennio e oltre di attività a Napoli dove morì.

Grande pittrice, protagonista del Seicento europeo, Artemisia Gentileschi (1593-1653) affrontò con grande maestria un'ampia gamma di generi pittorici e di temi, fu capace di sfidare le convenzioni sociali dimostrando coraggio, eclettismo e determinazione.

Roberto Longhi, in un saggio del 1916, esprimeva nei confronti di Artemisia il seguente giudizio: "l'unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità...".

"Oltraggiata appena giovinetta, nell'onore e nell'amore. Vittima svillaneggiata di un pubblico processo di stupro. Che tenne scuola di pittura a Napoli. Che s’azzardò, verso il 1638, nella eretica Inghilterra. Una delle prime donne che sostennero colle parole e colle opere il diritto al lavoro congeniale e a una parità di spirito tra i due sessi".
Anna Banti in Artemisia (Firenze, 1947).

www.mostrartemisia.it

www.enciclopediadelledonne.it

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Crudeltà inaudite
11 novembre 2011

Lo spazio Viafarini presenta Unheard-of cruelties (Crudeltà inaudite) video installazione di Gianluca Codeghini e Dario Bellini.

L’opera è stata realizzata con il patrocinio del MART Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto nel 2007. Pietro Velardo ha costruito le macchine intonarumori su appunti e disegni di Luigi Russolo e Ugo Piatti.

Un ambiente è invaso da migliaia di soldatini bianchi alti pochi centimetri. Disseminati ovunque e schierati in posizione eretta sembrano pronti a sfidarsi pur avendo la stessa divisa. Tutti bianchi, tutti amici e tutti nemici.

Due gatti randagi liberi di muoversi nella stanza giocano con i soldatini e appaiono allo stesso tempo teneri e crudeli, feroci e indifferenti.

La performance musicale incalza la dirompente azione felina. Il suono enfatizza le fasi di attacco impostando la struttura narrativa su una progressione ritmica. Il suono analogico degli intonarumori si fonde con il suono digitale e ricorda un rantolo di gatto che fa le fusa, un rumore emesso dalla pancia e intriso di corpo.

La composizione avanza e accompagna attraverso un vero e proprio campo di battaglia tra agguati e fusa, rotolamenti e salti, artigli e coccole. L’istinto predatorio si fonde con la voglia di gioco dando vita a un gigantesco massacro di plastica dall’incerta crudeltà che mette in dubbio la certezza dell’odio per la violenza.

Viafarini – DOCVA
Via Procaccini 4, Milano.
Dal 9 novembre al 13 novembre 2011.
Ingresso libero.



www.gianlucacodeghini.com

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