foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Museo del Salame di Felino
27 agosto 2017

Il Museo del Salame di Felino a Felino

Il primo documento relativo al salame rintracciato a Parma risale al 1436, quando Niccolò Piccinino, al soldo del Duca di Milano, ordinò che gli si procurassero "porchos viginti a carnibus pro sallamine", ovvero venti maiali per far salami. È uno dei documenti che si incontrano durante la visita del Museo del Salame di Felino, testimoni del rapporto privilegiato instaurato nel tempo tra il prodotto e il suo territorio d’origine, dal bassorilievo scolpito nel XII secolo da Benedetto Antelami nel marmo rosa del Battistero, alle cronache dei sontuosi banchetti di corte d’epoca rinascimentale.
Il museo è ospitato nelle suggestive cantine del Castello di Felino. Costruito nell’890 come un semplice torrione, il castello venne ampliato e fortificato raggiungendo il massimo splendore con Pier Maria dei Rossi. Appartenuto in successione ai Pallavicino, agli Sforza e poi ai Farnese, l’antico maniero domina la vallata fra i torrenti Parma e Baganza.
Organizzato in cinque sezioni, il percorso di visita al museo inizia con le testimonianze storiche del rapporto tra Felino ed il suo prodotto-simbolo.
La sezione dedicata alla gastronomia, collocata nelle antiche cucine, presenta l’impiego gastronomico del salame a Parma, con un singolare esempio di integrazione tra produzione e consumo in un’azienda agricola del XVII secolo.
Nella sala grande si trova la sezione relativa a norcineria e produzione casalinga dell’insaccato, con un’ampia rassegna di oggetti appartenuti ai norcini e alle famiglie contadine del territorio.
La sala che racconta la tecnologia di produzione rappresenta le caratteristiche salienti dalle origini fino alla tecnologia attuale con la "carta d’identità" del prodotto odierno, insignito nel 2012 dell’IGP -Indicazione Geografica Protetta- dalla Comunità Europea. Alcune testimonianze in video raccontano storie ed esperienze dei norcini e le moderne tecnologie di produzione, ancora fedeli alla ricetta originale.
Il museo rappresenta un’occasione per far conoscere e apprezzare non solamente l’essenza del principe dei salami, ma il territorio e la comunità di cui è espressione, a partire dalla qualità delle materie prime, verificata dal Consorzio del Salame Felino, fino alla sapienza delle mani che continuano a produrlo.



www.museidelcibo.it/salame

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Museo del Prosciutto di Parma
26 agosto 2017

Il Museo del Prosciutto di Parma a Langhirano

In una terra fertile, delimitata a Nord dal Po e a Sud dall’Appennino, compresa tra le valli dell’Enza e dello Stirone, fin dai tempi più remoti si sviluppò l’allevamento dei suini, favorito dalle vaste estensioni boscose e dalla presenza delle querce, e con queste, delle ghiande. Branchi di maiali pascolavano in vaste aree boschive e le popolazioni di origine celtica, qui stanziate, misero a punto le "tecnologie" necessarie all’impiego delle loro carni e alla loro conservazione, anche grazie alle sorgenti e ai pozzi di acqua salata di Salsomaggiore e Rivalta.
Le caratteristiche del territorio giocarono un ruolo fondamentale ed è qui che oggi sorge il Museo del Prosciutto di Parma: a Langhirano, che del prosciutto è la capitale riconosciuta, nel complesso integralmente restaurato dell’ex Foro Boario, splendida architettura rurale dei primi del Novecento, storicamente destinata alla contrattazione del bestiame.
Organizzato in otto sezioni, il percorso di visita al museo inizia dal territorio, con la descrizione dell’agricoltura parmense, per poi passare alla sezione dedicata alle razze suine, alla loro diffusione nei vari continenti e alle varietà utilizzate per la produzione del prosciutto di Parma.
La ricca sezione dedicata al sale racconta la storia di questo importantissimo strumento di conservazione degli alimenti, che grazie ai pozzi presenti sul territorio, favorì nel tempo lo sviluppo dell’arte salumiera. Vi è esposta una raccolta di sali provenienti da tutto il mondo e un raro filmato sull'estrazione del sale dai pozzi di Salsomaggiore.
La sala dedicata alla norcineria raccoglie, oltre a numerosi documenti storici sull’attività della macellazione dei suini nei secoli, un ampio campionario di antichi oggetti impiegati da generazioni di norcini per la lavorazione delle carni.
Le restanti sezioni presentano gli altri salumi tipici del territorio parmense, approfondiscono il tema della gastronomia e dell’impiego del prosciutto in cucina, narrano, anche attraverso testimonianze in video, le tecniche di lavorazione del prosciutto e la struttura di un prosciuttificio, presentano infine l’attività del Consorzio del Prosciutto di Parma, che garantisce la qualità di questo straordinario prodotto noto e apprezzato in tutto il mondo.



www.museidelcibo.it/prosciutto

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