Ricetta: filoncino bretzel austroungarico13 luglio 2019
Saporito panino che mi ricorda le colazioni a Praga con salame ungherese, burro salato e cetrioli...
Filoncino bretzel austroungarico
4 filoncini bretzel (70 gr. cadauno)
20 fette di salame ungherese
8 cetrioli agrodolci piccoli
senape
burro
Dividere ogni filoncino a metà poi spalmare un lato del pane con un velo di burro e l'altro con un sottile strato di senape. Tagliare i cetriolini in tre fette per il lungo.
Appoggiare sulle basi dei panini cinque fette di salame ungherese leggermente accavallate poi sei fette di cetrioli agrodolci, quindi chiudere i bretzel.
Servire i filoncini austroungarici accompagnati da birra ben fresca.
I filoncini possono essere arricchiti aggiungendo del formaggio tipo tilsit tagliato sottile (circa 20 grammi per panino).
Il bretzel (detto anche brezel, breze, brezn, laugenbrezel, pretzel o pretzl) è un tipo di pane molto popolare nei paesi di lingua tedesca. La sua forma caratteristica è quella di un anello con le due estremità annodate mentre quando ha forma di panino tondo o filoncino prende il nome di laugenbrot. Gli ingredienti del bretzel sono farina di grano tenero, malto, lievito di birra, acqua e talvolta strutto, prima della cottura in forno viene immerso per qualche secondo in una soluzione bollente di acqua e soda caustica che conferisce al pane la caratteristica crosta lucida poi spolverata con sale grosso. In ambito domestico è comune sostituire nella preparazione la soda caustica con del più maneggevole bicarbonato di sodio.
Il salame ungherese di forma cilindrica e ricoperto da una sottile muffa bianca al taglio si presenta di consistenza compatta e grana finissima con fette di colore rosso acceso punteggiate di grasso. L'impasto (composto da un terzo di carne magra di suino della specie Mangalica, un terzo di grasso di suino e un terzo di carne magra di bovino) è lavorato con sale, pepe macinato, paprica, aglio pestato e macerato nel vino bianco. Insaccato in budello naturale equino è sottoposto ad affumicatura e stagionatura di 3/4 mesi.
Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.
Commenti
Categorie: cibo · ricette
Tags: acqua, acqua bollente, affumicatura, aglio pestato, anello, austroungarico, bicarbonato di sodio, bovino, bretzel, breze, brezel, brezn, budello equino, burro, carne, cetrioli agrodolci, crosta lucida, farina, fette, filoncino, grana fine, laugenbrezel, laugenbrot, lievito di birra, maiale razza Mangalica, malto, muffa bianca, nodo, paesi di lingua tedesca, pane, panino, panino tondo, paprica, pepe macinato, pretzel, pretzl, ricetta, salame, salame ungherese, sale, sale grosso, senape, soda caustica, stagionatura, strutto, suino, vino bianco
Museo del Parmigiano Reggiano26 agosto 2017
Il
Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna
"Nel paese di Bengodi, dove chi più dorme più guadagna, si trova una montagna enorme di formaggio Parmigiano grattugiato dal quale ruzzolano grossi ravioli e maccheroni d’ogni forma cotti in brodo di cappone". È con queste parole che a metà del Trecento Giovanni Boccaccio, nel suo Decamerone, cita il Parmigiano per condire i maccheroni e i ravioli.
Il Museo del Parmigiano Reggiano ha sede nello storico Casello ottocentesco che sorge all’ombra della Rocca Meli-Lupi a Soragna, in provincia di Parma, a pochi passi dalla piazza del paese, in un’area ricca di castelli e di ricordi verdiani, oasi naturali e parchi storici di rara bellezza e suggestione, di sapori densi e inimitabili lungo la "Strada del Culatello".
Il Parmigiano Reggiano è il prestigioso formaggio italiano, noto e apprezzato in tutto il mondo, che vanta origini antiche.
La Corte Castellazzi, sede del Museo del Parmigiano, è composta dalla casa colonica con stalla e fienile e dal prezioso caseificio di forma circolare con colonnato, dove si trovano esposti gli strumenti e gli attrezzi impiegati nella lavorazione del Re dei Formaggi.
Oltre 120 oggetti, databili tra il 1800 e la prima metà del Novecento, e un centinaio di immagini, disegni e foto d’epoca illustrano, all’interno di un edificio adibito per secoli alla produzione del formaggio, l’evoluzione delle tecniche di trasformazione del latte, le fasi della stagionatura e della commercializzazione e il ruolo fondamentale del Consorzio del Parmigiano Reggiano a tutela della qualità.
Lo spazio circolare accoglie al centro l’antica caldaia in rame per la preparazione del formaggio, circondata dai vari attrezzi e strumenti. Vi è anche spazio per la produzione del burro e per la figura di San Lucio di Cavargna, protettore dei casari.
Nel locale sotterraneo della salamoia è narrata la storia del formaggio Parmigiano, dal XII secolo ad oggi, la sua filiera produttiva e la storia della grattugia. È anche visibile un’esposizione dedicata alle numerose imitazioni del Parmigiano Reggiano esistenti all’estero. Negli ambienti rustici annessi al corpo principale del museo è esposta, inoltre, una rassegna di attrezzi e oggetti quotidiani della civiltà contadina legati ai temi dell’alimentazione.
www.museidelcibo.it/parmigiano
Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.
Commenti
Categorie: cibo · musei
Tags: attrezzi, burro, caldaia, caseificio, civiltà contadina, commercializzazione, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Corte Castellazzi, Decamerone, disegni, formaggio, fotografie, Giovanni Boccaccio, grattugia, imitazioni, latte, lavorazione, Museo del Parmigiano Reggiano, Parma, parmigiano reggiano, rame, salamoia, San Lucio di Cavargna, Soragna, stagionatura, strumenti
Saint-Marcellin3 gennaio 2013
La mia passione casearia...
Il Saint-Marcellin è un formaggio francese di latte vaccino crudo, ma originariamente fatto con latte di capra, prodotto nel dipartimento dell'Isère (regione del Rodano-Alpi) nei dintorni dell'accogliente città da cui prende il nome. La sua origine è molto antica, le prime fonti risalgono al XIII secolo, dove in alcuni testi si parla di una "toma" prodotta in quella zona con il latte caprino. Ma è nel XV secolo che il formaggio diventa famoso con l'attuale nome.
Si tratta di un piccolo formaggio di forma circolare, simile a un tomino, con una pasta bianca, cremosa e vellutata e una crosta naturale bianca e fiorita molto sottile. Dal sapore deciso e profumato con un perfetto equilibrio tra dolcezza, acidità e salinità, ha un gusto di latte che si intensifica con la stagionatura esprimendo una vasta gamma di aromi di nocciola.
Ha un periodo di stagionatura di uno o due mesi. Si presenta in confezione di legno o in ciotoline di terracotta ideali per cottura al forno.
L'abbinamento enologico consigliato è con i rossi Saint-Emilion, Saint-Estèphe, Chateauneuf-du-Pape e Saint-Julien o un Chateau di Bellet bianco. Un must: con una punta di sale tartufato (per non farsi mancare nulla!)
... lo consiglio nelle patate al cartoccio con una bella macinata di pepe.
Per visualizzare eventuali immagini legate a questo post cliccare qui.
Commenti
Categorie: cibo
Tags: aromi, cremosità, crosta, formaggio, Francia, Isère, latte caprino, latte vaccino, nocciola, pasta, Saint-Marcellin, sale tartufato, sapore, stagionatura, terracotta, toma, vino bianco, vino rosso