foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
La tentazione abita in albergo
13 dicembre 2012

Chi non ha mai rubato un oggetto con il marchio dell'hotel?

Scrive Vittorio Zucconi in Hotel America (D la Repubblica):

E' arrivato il momento di confessare. Sono un ladro. In una vita di viaggi e di stanze di albergo, ho riempito valigie di saponette, flaconcini di creme e lozioni che si sono poi malinconicamente pietrificate in fondo ai cassetti, salviette con le insegne della catena alberghiera ricamate sopra. E soprattutto il più grave dei miei bottini: gli accappatoi. Nel momento di cleptomania più acuta, rischiai non l'arresto, ma il divorzio, quando mia moglie, alla vista dell'ennesimo accappatoio di morbida spugna insaccato a fatica in una valigia, minacciò di andarsene da casa se ne avessi portato un altro dai miei viaggi. Il mio "colpo" più sensazionale avvenne a Modena, in un modestissimo alberghetto (...) che si prendeva una piccola rivincita sui ladri stampando sui piatti la scritta "Rubato all'albergo della Libertà". Almeno il marchio della vergogna sarebbe rimasto con il "topo" ogni volta che avesse usato quel piatto.

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Conserva post-femminista
24 aprile 2012

Quando mi passa tra le mani un D la prima cosa che cerco è la rubrica di Zucconi...

Una delle ultime mode che agita le giovani donne americane è la "New Domesticity" la Nuova Vita Domestica.

Scrive Vittorio Zucconi in Hotel America:

Da Sex and the City passando per Desperate Housewives, il vento delle mode che sempre va e poi ritorna soffia oggi nella dispensa. Giovanissime signore ancora sotto gli "enta" riscoprono, con la passione furiosa con la quale prima leggevano i consigli per una vita amorosa termonucleare o per fare carriera, manuali come il famoso Libretto blu per le conserve. E' un antico ricettario da bisnonne western per mettere in barattolo frutta e verdure, con tutte le necessarie precauzioni per evitare il micidiale botulino, ridiventato un bestseller.

"Quando mia madre, fiera femminista figlia della generazione alla Betty Friedan e Gloria Steinem, mi ha sorpreso in cucina mentre mettevo in conserva chili di fagiolini, credevo le venisse un infarto, come un tempo le madri che scoprivano le figlie con il boyfriend sul sedile posteriore dell'auto" ha scritto Julia Rothman. "Ma come, abbiamo speso una fortuna per farti prendere un Master in economia, e ora ti metti a fare le conserve?" Perchè, figlia mia, perchè, l'ha implorata. "Perchè mi sento bene nel farlo come non mi sono mai sentita al lavoro" le ha risposto Julia.

Ci sono dati sbalorditivi. Le vendite di attrezzature e materiale per le conserve alimentari sono cresciute, negli ultimi due anni, del 135%. Riaffiorano come apprezzatissimi regali quei ferri da calza e uncinetti che un tempo le signore, libere dal giogo della domesticità, avrebbero ficcato negli occhi del caro coniuge (...). Gli scaffali della grandi librerie gemono sotto il peso di volumi che insegnano come fare lo yogurt in casa, come coltivare qualche ortaggio nel giardinetto o in balcone, addirittura come diventare apicoltori e come allevare i polli.

Tremate, tremate, le casalinghe son tornate? Forse, anche se di queste infatuazioni, come di tutte le mode, si deve sempre diffidare.

d.repubblica.it

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