foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Panino all’aringa affumicata
23 febbraio 2020

Un panino di carattere, non di facile digestione, ma che merita di essere assaggiato...

Panino all'aringa affumicata

8 fette di pane di segale
280 gr. di aringa affumicata
1 cipolla rossa piccola
burro


Affettare sottilmente una piccola cipolla rossa e metterla a bagno in una ciotolina con del latte per almeno mezz'ora.
Spalmare le fette di pane di segale con uno strato uniforme di burro e tagliare a strisce i filetti di aringa affumicata.
Togliere le fette di cipolla dal latte e tamponarle con della carta da cucina.
Comporre i panini appoggiando su quattro fette di pane l'aringa e gli anelli di cipolla, quindi chiudere con le restanti fette.
Premere leggermente e tagliare i panini in due pezzi più maneggevoli.

Il broodje haring, un panino molto semplice a base di aringa e cipolla di origine ebraica, è uno dei cibi tradizionali dello street food olandese. Venduto nei chioschi e nelle bancarelle di pesce di Amsterdam è generalmente realizzato con un soffice panino bianco farcito con aringa cruda marinata, cipolla bianca, cetrioli sott'aceto e l'eventuale aggiunta di salse.

I tre mitici panini all'aringa della Birreria Stalingrado: Irlandese (aringa, cipolla, burro); Che Guevara (speck, aringa, caprino, funghi), Lenin (crudo, caprino, peperoni, aringa) da gustare accompagnati da una pinta di Guinness...

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Ricetta: Lotus cheesecake
14 febbraio 2020

Cheesecake super godereccia! Garantito...

Lotus cheesecake senza cottura

200 gr. di biscotti (120 gr. Digestive e 80 gr. Lotus)
50 gr. di burro
500 gr. di ricotta
180 gr. di panna acida
400 gr. di crema spalmabile Lotus (260 gr. farcitura/140 gr. copertura)
2 fogli di gelatina (10 gr. circa)
latte


Tritare i biscotti e fare sciogliere il burro in un padellino a fuoco molto dolce.
Unire il burro ai biscotti e mescolare bene, quindi mettere il composto ottenuto in una piccola tortiera rotonda a cerniera (22/24 cm.) premendolo bene con il dorso di un cucchiaio. Riporre in frigorifero.
Ammollare i fogli di gelatina in acqua fredda, intanto preparare la crema montando con le fruste elettriche la ricotta, la panna acida e parte della crema spalmabile Lotus. Strizzare la gelatina ben ammorbidita e scioglierla in un pentolino a fuoco dolce in pochissimo latte, poi quando intiepidita aggiungerla alla crema mescolando accuratamente.
Versare la crema sulla base di biscotti, livellare bene e riporre nuovamente la tortiera in frigorifero per almeno quattro ore.
Trascorso questo tempo, sciogliere la rimanente crema spalmabile Lotus a bagnomaria e versarla sulla torta ben fredda. Livellare con cura la copertura e rimettere la cheesecake in frigorifero sino al momento di servire.

Lotus Biscoff (o Lotus Speculoos) è un biscotto, sorprendentemente croccante e dal caratteristico sapore caramellato, prodotto dal 1932 a Lembeke una piccola città nel cuore del Belgio. Gli speculoos, tipici del Belgio e dei Paesi Bassi, sono croccanti biscotti speziati caratterizzati da un color nocciola e dalla presenza nell’impasto di diverse spezie tra cui la cannella. Preparati tradizionalmente per la ricorrenza di San Nicola, sono adesso disponibili in qualsiasi periodo dell'anno.



www.lotusbiscoff.com

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Ricetta: crema di cachi con riccioli di cioccolato
6 gennaio 2020

Un frullato semplice semplice con la consistenza di un dolce al cucchiaio...

Crema di cachi con riccioli di cioccolato

3 cachi
mezzo bicchiere di panna (o latte)
2 cucchiaini di zucchero a velo vanigliato
25 gr. di cioccolato fondente
4 cucchiaini di rum (facoltativi)


Scegliere dei cachi ben maturi ed estrarre la polpa eliminando eventuali semi. Grattugiare il cioccolato fondente (freddo da frigorifero) con una grattugia a fori grandi.
Frullare la polpa dei cachi con la panna fresca, il rum e lo zucchero vanigliato poi versala in quattro coppette o bicchierini, completare infine con un alto strato di riccioli di cioccolato.
Servire subito o conservare il frigorifero in attesa di portare in tavola.


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Ricetta: tagliolini alla noce moscata con ragù di vitello
26 dicembre 2019

Variazioni sul tema ragù per Santo Stefano...


Tagliolini alla noce moscata con ragù delicato di vitello

400 gr. di tagliolini alla noce moscata
300 gr. di trita scelta di vitello
80 gr. di pancetta arrotolata
400 gr. di passata di pomodoro
120 gr. di misto per soffritto surgelato
1 bicchiere di latte
mezzo bicchiere di vino bianco
noce moscata
2 foglie di alloro
olio extravergine d’oliva
sale e pepe


Tagliare a striscioline sottili le fette di pancetta arrotolata.
Rosolare nella pentola a pressione con poco olio la trita di vitello con la pancetta, quindi unire le verdure e in ultimo sfumare con il vino. Quando il tutto è ben soffritto e asciutto aggiungere la passata di pomodoro, una generosa grattugiata di noce moscata, l'alloro e il latte.
Salare, chiudere la pentola a pressione e cuocere per 10/15 minuti. Aperta la pentola fare addensare il sugo completando con una macinata di pepe.
Lessare i tagliolini alla noce moscata in abbondante acqua salata poi condirli con il ragù mantecando sul fuoco aggiungendo, se necessario, poca acqua di cottura della pasta.
Servire in tavola mettendo a disposizione del parmigiano grattugiato.

Il ragù delicato di vitello è perfetto per condire delle tagliatelle fresche fresche allo zafferano fatte con 300 gr. di farina di grano tenero, 3 uova e una bustina di zafferano.


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Ricetta: tajarin con noci e ricotta di pecora
11 novembre 2019

Tajarin all'uovo con noci e ricotta di pecora

320 gr. di tajarin all'uovo
120 gr. di gherigli di noci
240 gr. di ricotta di pecora
8 cucchiai di grana grattugiato
1 bicchiere di latte
olio extravergine d'oliva
sale e pepe


Tritare grossolanamente i gherigli di noce e tostarli brevemente in un padellino senza condimento.
Stemperare la ricotta di pecora con il latte sino a ottenere un composto decisamente fluido poi aggiungere il grana grattugiato, le noci tritate, un filo d'olio, sale e pepe. Versare il composto in una ciotola capiente e metterla a scaldare in forno o sulla pentola dove bolle la pasta.
Lessare i tajarin all'uovo in abbondante acqua salata poi scolarli e versarli nella ciotola con la ricotta mantecando velocemente e aggiungendo, se necessario, poca acqua di cottura della pasta.
Servire in tavola mettendo a disposizione altro grana e pepe a piacere.

I tajarin (detti anche tagliolini o taglierini) sono una tipologia di pasta all’uovo della tradizione culinaria piemontese. Tipici del territorio delle Langhe e del Monferrato sono più larghi dei capellini ma decisamente più sottili delle tagliatelle e hanno un colore giallo carico dato dall'abbondante presenza di tuorli nell'impasto. Si consumano comunemente con condimenti a base di carne, come il sugo d’arrosto, o insaporiti con burro, formaggio e qualche lamella di tartufo.


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Ricetta: polenta gialla
18 maggio 2019

Approfittando di questo maggio che sembra novembre...


Polenta gialla (con latte o burro e parmigiano)

600 gr. di farina di mais bramata
2,2 l. d'acqua
1 cucchiaio raso di sale grosso
latte
burro
parmigiano grattugiato


In un paiolo di rame, o in alternativa in una pentola di acciaio dal fondo spesso, mettere a scaldare l'acqua e salarla appena prende bollore.
Versare la farina a pioggia, mescolare con una frusta per evitare la formazione di grumi e una volta inglobata tutta la farina continuare a girare con l'apposito bastone di legno o un cucchiaio, sempre di legno, particolarmente robusto.
Cuocere per almeno 40 minuti a fuoco medio basso mescolando di tanto in tanto poi alzare la fiamma e girare la polenta sino a quando non si stacca bene dalle pareti e dal fondo del paiolo.
Una volta pronta capovolgerla in un piatto di legno, coprirla con un canovaccio bianco e portarla in tavola ben calda.
Servirla in ciotole con latte a temperatura ambiente o a fette condita con burro e abbondante parmigiano grattugiato.

La proporzione classica per la polenta gialla è di 500 gr. di farina di mais per 2 l. d'acqua ma la dose d'acqua può essere ridotta a 1,8 l. per ottenere una polenta più consistente o portata a sino 2,4 l. per averne una più morbida da mangiare al cucchiaio.

E con il gorgonzola? La prossima volta, promesso!

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Ricetta: polpettone in cassetta con uova e mortadella
21 aprile 2019

Sembra stranissimo, ma sono pressochè certa che sia il primo polpettone che cucino... Buona Pasqua!

Polpettone in cassetta con uova sode e dadini di mortadella

700 gr. di carne di vitello macinata
120 gr. di mortadella
1 panino ai multicereali (70 gr. circa)
5 uova (3 sode e 2 per l'impasto)
40/50 gr. di parmigiano grattugiato
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
noce moscata
pangrattato
latte
burro
sale e pepe


Togliere le uova dal frigorifero. Spezzettare il panino ai multicereali con le mani e bagnarlo con poco latte.
Tagliare il pezzo di mortadella a dadini piccolissimi.
Preparare l'impasto del polpettone unendo in una ciotola la trita di vitello, i dadini di mortadella, il parmigiano grattugiato, due uova, il pane ammorbidito ben strizzato, abbondante prezzemolo tritato, un piccolo spicchio d'aglio schiacciato con uno spremiaglio, una spolverata di noce moscata, sale e pepe.
Lessare per 6 minuti circa le tre uova rimaste, poi sgusciarle sotto l'acqua fredda corrente.
Imburrare bene uno stampo per plumcake, rivestirlo di pangrattato poi riempirlo con una parte dell'impasto, adagiare le tre uova sode in fila quindi completare il polpettone riempiendo completamente lo stampo con l'impasto ben pressato e livellato.
Cuocere in forno a 180° circa per almeno un'ora con calore inizialmente solo dal basso.
Una volta sfornato il polpettone in cassetta lasciarlo intiepidire prima di sformarlo e tagliarlo a fette.

Buono anche freddo per il picnic di Pasquetta.


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Ricetta: riso e latte con castagne
8 dicembre 2018

Il comfort food della mia nonna...

Riso e latte con castagne

1 l. di latte intero
280 gr. di riso (semifino o fino)
240 gr. di castagne secche reidratate
1 noce di burro (facoltativa)
sale


Mettere a bagno in acqua calda le castagne per almeno un'ora ed eliminare eventuali residui di pellicine.
Unire le castagne spezzettate grossolanamente al latte e fare scaldare lentamente. Appena il latte inizia a bollire aggiungere il riso e il sale, quindi continuare a mescolare sino a completa cottura del riso (senza fare formare la "pellicina" al latte). Se la minestra tende ad addensarsi troppo durante la cottura allungarla con poca acqua calda.
In ultimo aggiungere, se gradita, una piccola noce di burro.
Servire la minestra caldissima.

La minestra di riso latte e castagne può essere aromatizzata con noce moscata grattugiata o alloro.

Le Castagne Morbidelle Malerba sono castagne secche sgusciate e morbide che subiscono diverse fasi di lavorazione: un'essiccazione a fuoco lento per almeno 12 giorni su graticci di legno, un'attenta sgusciatura, una accurata selezione e una sapiente reidratazione. Il sapore è quello delle castagne secche ma più delicato e dolce.


Nonna Dindo preparava anche riso e latte con la zucca o semplicemente riso e latte...

www.malerbacastagne.it


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Mr. Miao e il tè al formaggio
20 gennaio 2018

Giornata di shopping, un "tè verde macchiato dolce" per scaldarsi e un bicchiere con il logo di Mr. Miao da portare a casa...


Mr. Miao è un bar rosticceria nel cuore della Chinatown milanese che propone una vasta gamma di bubble tea, cheese tea, tè alla frutta, yogurt, granite e ice roll oltre a dim sun, rotoli di riso glutinoso e curiose "piadine cinesi" da gustare sul posto o da portare a casa.
Il valore aggiunto del locale: il nome e il logo tutto micioso!

Bubble tea: mangia e bevi taiwanese a base di tè e latte, aromatizzato con diversi gusti di frutta o sciroppo e arricchito con perle nere di tapioca gommose e gelatine di frutta. Servito sia freddo che caldo, si beve con una grossa cannuccia che permette di raccogliere anche le palline precipitate sul fondo. E' generalmente molto dolce.

Cheese tea (in mandarino zhì shì chá): tè non zuccherato coperto da una densa schiuma di formaggio in polvere montato.

Ice roll: rotolini di gelato preparati al momento e guarniti con sciroppo, granella o frutta. Nato in Tailandia, l'ice roll si ottiene versando un composto liquido di base, lavorato insieme ad altri ingredienti, su una piastra refrigerata di metallo e staccando successivamente il gelato che si solidifica in pochi istanti sulla superficie con una spatola in modo da ottenere strisce arrotolate su stesse a forma di grossi riccioli.


Scopro ora che lo strano "tè verde macchiato dolce" altro non era che una versione zuccherata del cheese tea. Adesso capisco tante cose... cosa non si fa per un bicchiere con un micio baffuto!

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Museo del Parmigiano Reggiano
26 agosto 2017

Il Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna

"Nel paese di Bengodi, dove chi più dorme più guadagna, si trova una montagna enorme di formaggio Parmigiano grattugiato dal quale ruzzolano grossi ravioli e maccheroni d’ogni forma cotti in brodo di cappone". È con queste parole che a metà del Trecento Giovanni Boccaccio, nel suo Decamerone, cita il Parmigiano per condire i maccheroni e i ravioli.
Il Museo del Parmigiano Reggiano ha sede nello storico Casello ottocentesco che sorge all’ombra della Rocca Meli-Lupi a Soragna, in provincia di Parma, a pochi passi dalla piazza del paese, in un’area ricca di castelli e di ricordi verdiani, oasi naturali e parchi storici di rara bellezza e suggestione, di sapori densi e inimitabili lungo la "Strada del Culatello".
Il Parmigiano Reggiano è il prestigioso formaggio italiano, noto e apprezzato in tutto il mondo, che vanta origini antiche.
La Corte Castellazzi, sede del Museo del Parmigiano, è composta dalla casa colonica con stalla e fienile e dal prezioso caseificio di forma circolare con colonnato, dove si trovano esposti gli strumenti e gli attrezzi impiegati nella lavorazione del Re dei Formaggi.
Oltre 120 oggetti, databili tra il 1800 e la prima metà del Novecento, e un centinaio di immagini, disegni e foto d’epoca illustrano, all’interno di un edificio adibito per secoli alla produzione del formaggio, l’evoluzione delle tecniche di trasformazione del latte, le fasi della stagionatura e della commercializzazione e il ruolo fondamentale del Consorzio del Parmigiano Reggiano a tutela della qualità.
Lo spazio circolare accoglie al centro l’antica caldaia in rame per la preparazione del formaggio, circondata dai vari attrezzi e strumenti. Vi è anche spazio per la produzione del burro e per la figura di San Lucio di Cavargna, protettore dei casari.
Nel locale sotterraneo della salamoia è narrata la storia del formaggio Parmigiano, dal XII secolo ad oggi, la sua filiera produttiva e la storia della grattugia. È anche visibile un’esposizione dedicata alle numerose imitazioni del Parmigiano Reggiano esistenti all’estero. Negli ambienti rustici annessi al corpo principale del museo è esposta, inoltre, una rassegna di attrezzi e oggetti quotidiani della civiltà contadina legati ai temi dell’alimentazione.



www.museidelcibo.it/parmigiano

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