foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
I fiori di Tiffanie Turner
29 febbraio 2020

Fiorin, fiorello...


Tiffanie Turner è un’artista americana che a partire da una formazione come architetto e un innato amore per le piante ha costruito la sua carriera di "scultrice botanica".

Le creazioni di Tiffanie sono fiori di delicata carta crespa incredibilmente realistici, che hanno dimensioni che vanno dal palmo di una mano sino a circonferenze di circa un metro e mezzo. I progetti di grandi dimensioni possono richiedere centinaia di ore di paziente lavoro.

Queste sculture di carta raffigurano spesso soffici fiori nel loro pieno splendore ma ultimante l'artista sta riproducendo anche fiori che iniziano ad appassire e che appaiono, se possibile, ancora più veri e poetici.



www.papelsf.com
bloggingcornerblog.blogspot.com
www.instagram.com/tiffanieturner

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Kaspar il quattordicesimo commensale
17 gennaio 2017

Un racconto curioso da "111 gatti e le loro pazze storie" di Elke Pistor...


In molte culture il dodici è considerato un numero fortunato: dodici sono i mesi dell'anno, le ore di una giornata sono due volte dodici, dodici erano gli apostoli.
Diffusa è invece la credenza che essere tredici a tavola porti sfortuna e di qui la convinzione più generale che il tredici sia un numero iellato. Bisogna ammettere però che, almeno in un caso, la superstizione si è rivelata fondata.
Siamo a Londra, nel 1898. Il proprietario di miniere Woolf Joel, di origini sudafricane, invita a cena all'Hotel Savoy di Londra un gruppo di colleghi d'affari e amici. La rinuncia di uno di loro fa sì che i convitati si ritrovino in tredici a tavola. Inevitabilmente la conversazione va a cadere sulla sfortuna che colpirà il primo che si congederà dagli ospiti. Woolf Joel, che il mattino deve partire presto per far ritorno a casa, deride la superstizione e accetta la sfida di essere il primo a lasciare la tavola. Durante il viaggio per Johannesburg viene ucciso a colpi di fucile dal barone Kurt von Veltheim, un ricattatore: casualità o verità della profezia?
Quando al Savoy si viene a sapere dell'incidente nessuno ha dubbi: mai più tavoli con tredici commensali. Inizialmente si pensa di far partecipare alle cene un dipendente dell'albergo, ma la proposta non incontra il favore degli ospiti, per nulla bendisposti a condividere pasti e conversazioni con un estraneo.
Nasce allora l'idea di un invitato muto e negli anni Venti l'hotel incarica l'artista Basil Ionides di scolpire un gatto. Da allora Kaspar, questo è il nome del felino di legno, siede a tavola, con tanto di piatto e posate e provvede a tenere lontana la sfortuna dagli altri commensali.
Nel 2007 l'hotel è stato completamente ristrutturato e gran parte degli arredi degli anni ruggenti sono stati venduti all'asta, tranne naturalmente Kaspar, il quattordicesimo convitato, della cui compagnia al tavolo è possibile godere ancora oggi.

www.kaspars.co.uk

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Un Mojito da calzare
13 maggio 2016

Sicuramente le mie "papere" sono più comode ma...


Pare che Julian Hakes architetto e designer londinese abbia impiegato quasi un anno per la progettazione e lo sviluppo di questa scarpa scultura, realizzando un vero e proprio capolavoro di design anche grazie all’utilizzo di materiali d’avanguardia.
La fibra di carbonio, leggerissima, è infatti il materiale che compone l’anima di questa scarpa che consente di supportare il peso del corpo piegandosi elasticamente alle sollecitazioni della camminata.

La Mojito shoe, così chiamata perché la sua forma risulta somigliante ad una spirale di scorza di lime, ha vinto nel 2012 l’ambito premio Drapers Footwear and Accessories Award.

Una curiosità: Julian Hakes, appassionato dei fumetti della Marvel, ha rielaborato per il film "Iron Man 3" il modello Mojito per il personaggio di Pepper Potts (interpretato da Gwyneth Paltrow) aggiungendo alla calzatura una luce LED simile al pulsante ARC-Reactor che accende la tuta di Iron Man. Il risultato è una scarpa con i colori e le cromature caratteristiche della tuta del supereroe.



www.facebook.com/julianhakeslondon

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