foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
“Amori, crimini e una torta al cioccolato”
1 luglio 2018

di Sally Andrew
Un'indagine di Tannie Maria.

Non è buffa, la vita? Sai, per come le cose ne provocano altre in modo inaspettato.
Quella domenica mattina ero in cucina a rimestare la confettura di albicocche nella pentola di ghisa. Era una di quelle giornate terse d'estate nel Klein Karoo e mi godevo la brezza che entrava dalla finestra.
«Hai un profumo delizioso» dissi all'appelkooskonfyt. (...)
Mia madre era afrikaner e mio padre inglese, e le due lingue in me sono mischiate. Mangio in afrikaans e discuto in inglese, ma quando devo imprecare torno subito all'afrikaans.
L'appelkooskonfyt stava proprio venendo come si deve, densa e chiara, quando sentii l'auto. Aggiunsi alla confettura qualche armellina e una stecca di cannella, ignara che l'auto stesse portando il primo ingrediente di una ricetta di amore e crimine.
Ma forse la vita è come un fiume che scorre incessante avvicinandosi e allontanandosi dalla morte e dall'amore. Avanti e indietro.

Mia madre mi ha trasmesso l'amore per la cucina, ma è stato solo rendermi conto di quale pessima compagnia fosse mio marito a farmi capire che ottima compagnia potesse essere il cibo. Qualcuno potrebbe pensare che gli do troppa importanza. Be', lasciamo pure che lo pensi. Senza cibo sarei molto sola.

«Credo che dovremmo parlare con lui» dissi.
«Ma lui vorrà parlare con noi?» disse Hattie. «Mi sa che non è uno molto cordiale».
«Ho una fetta di quella torta al cioccolato e un panino con l'agnello arrosto» spiegai. «Con senape e cetriolini. Questo potrebbe indurlo a parlare».
«Non credo che dovremmo dare torta e agnello a quel bastardo» ribadì Jessie. «Si merita un bel calcio nelle palle».
«Quell'uomo ha una pistola, sai» disse Hattie. «Ma sono d'accordo: è più probabile che parli a una tannie che gli porta del cibo che a un paio di giornaliste investigative».
«D'accordo» concluse Jessie. «Tu puoi provare ad andare con il cibo e io ti aspetto fuori. Se gridi, arrivo di corsa con quel calcio. E uno spray al peperoncino».
Jessie mi sarebbe stata utile, ai tempi di mio marito Fanie.

Rosolai la pancetta affumicata e tostai il mio pane casereccio, poi preparai dei sandwich con pancetta e marmellata di arance e li misi in un Tupperware come spuntino da mangiare con Jessie più tardi. Ne preparai uno in più che sbocconcellai sullo stoep, guardando il ventre gonfio delle nuvole farsi rosa e poi rosso sangue. Poi di nuovo grigio, sempre più vicino, più grosso, più scuro. So che me ne sarei dovuta rallegrare, perché da qualche parte lì dentro c'era la pioggia, ma avevano un aspetto così cupo e pesante che nelle loro forme vedevo facce di uomini dalle barbe scure, con brutti pensieri nelle fronti rigonfie. Mio marito Fanie era morto e sepolto, ma a volte avevo l'impressione che fosse ancora con me, come un cattivo sapore in bocca.

Mentre tornavo alla macchina, mi chiesi che cos'avrei fatto se avessi pensato che stava arrivando la fine del mondo. Non credo in Dio o nella chiesa o cose del genere, per cui dubito che passerei il mio tempo a pregare o a elevarmi spiritualmente. Penso che cucinerei qualcosa di buono. Ma che cosa? E chi inviterei a mangiare?
La mia mente corse al pranzo con l'ispettore Kannemeyer (...)

Preparare i vetkoek con la carne speziata è un'arte messa a punto da generazioni e generazioni di tannie sudafricane. Mentre masticavo soddisfatta, pensai con gratitudine a tutte loro, e in particolare a mia madre, che mi aveva insegnato a farli. Lì nella mia cucina, addentando quel vetkoek ripieno, ebbi quel genere di sensazione che ci si aspetta quando si va in chiesa pieni di fede.
Ho detto che non credevo in niente, che la mia fede era volata via dalla finestra, ma forse non era vero. Credevo nei vetkoek ripieni e in tutte le tannie che li avevano fatti. Se fosse arrivata la fine del mondo, ecco cos'avrei preparato.

«Voi in che cosa credete?» domandai a Harriet e Jessie. (...)
Non risposero, così preparai le tazze: tè per Hattie e caffè per Jess e me.
«Abbiamo tempo fino al 21 dicembre per credere in qualcosa» continuai.
«Oh, cielo» esclamò Hattie. «Hai parlato con gli avventisti? Di' la verità».
«La fine del mondo è vicina» fece Jessie con il tono di quella a cui non importa nulla.
«Oh, andiamo. Quelli sono fuori di testa».
«Comunque siamo destinati a morire tutti» disse ancora Jessie. «Se non il 21 dicembre, prima o poi».
«Mi sa di sì» fece Hattie, alzandosi per prendere il suo tè. (...)
«Io vorrei un po' di vita prima della morte» dissi.
Jessie alzò gli occhi dal computer. Harriet mi lanciò uno sguardo perplesso.
«Tutto bene, Maria?» chiese.

Tannie: letteralmente zietta. Modo rispettoso afrikaans per indicare una donna coetanea o più anziana, tradizione un po' antiquata ma ancora diffusa nelle piccole città.
Stoep: veranda particolarmente confortevole e con una spendida vista.
Vetkoek: letteralmente torta grassa, è una focaccia di pasta di pane fritta.


Piacevolissimo libro salvato da un'onda anomala di succo di arancia rossa...

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Ricetta: pollo al curry di Johannesburg
1 maggio 2016

Versione sudafricana di zia Daria del pollo al curry che dedico a Giuliana...

Pollo al curry di Johannesburg

1,5 kg. di pollo in pezzi senza pelle
700 gr. di passata di pomodoro
1 grossa cipolla
1 spicchio d'aglio
3 cucchiai di curry
olio extravergine d'oliva
sale

300/350 gr. di riso basmati
3/4 pomodori
2 cipollotti piccoli
arachidi salate
2 banane
cocco disidratato in scaglie
crema di peperoncini piccanti

In una grossa pentola mettere tre cucchiai di curry con una generosa dose d'olio e rosolare i pezzi di pollo senza pelle (o dodici sovracosce).
Quando il pollo è ben colorito aggiungere la cipolla tritata o affettata sottilmente e uno spicchio d'aglio schiacciato con uno spremiaglio.
Fare imbiondire la cipolla poi aggiungere la passata di pomodoro, salare, abbassare la fiamma e fare cuocere il pollo parzialente coperto con un coperchio per almeno 40 minuti.
Preparare nel frattempo le ciotoline di accompagnamento: una con pomodori affettati conditi con un filo d'olio e sale; una con la parte bianca dei cipollotti tagliati a sottili rodelle; una con le arachidi salate; una con le banane affettate e coperte con poco latte; una con le scaglie di cocco disidratato.
Lessare il riso basmati in acqua salata.
Servire il pollo con il suo sugo e portare in tavola come accompagnamento il riso, le cinque ciotoline e una crema di peperoncini piccanti.
Comporre il piatto a piacere abbondando con il sugo e sperimentando senza timori!


Il mio consiglio... banane, arachidi e una punta di peperoncino!


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Una Barbie politicamente scorretta
22 gennaio 2016

L'artista sudafricana Mariel Clayton profana il mito di Barbie e nelle sue fotografie l'iconica bambola smette di essere la donna perfetta, perennemente sorridente, seduta sul divano della sua casa fucsia altrettanto perfetta, circondata da Ken, Skipper, cani e gatti anche loro meravigliosamente sorridenti.



Nelle minuziose scenografie, allestite con la massima cura dei dettagli dalla giovane creativa, Barbie è un'assassina seriale, una cannibale che conserva teste mozzate nel frigorifero oppure un'autolesionista in preda a manie suicida.



Quella di Mariel Clayton, vittima o carnefice che sia, è sicuramente una versione sociopatica di Barbie tutta da scoprire.



La geniale fotografa autodidatta dice: "Sono una fotografa di bambole dal senso dell’umorismo sovversivo. Credo che la vita sia un luogo incasinato ed isterico e se non ne ridiamo non saremo mai in grado di capirla davvero. Non ho avuto un’infanzia difficile, non ho subito abusi, non sono cattiva, dark o psicotica. Credo solo che quello che faccio sia dannatamente divertente e voglio condividerlo con la gente".

www.thephotographymarielclayton.com
www.facebook.com/the-photography-MARIEL-CLAYTON
www.5piecesgalleryphoto.com/category/photography-mariel-clayton

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Nelson Mandela
6 dicembre 2013

Grazie.

"Se tu voli basso, non puoi servire bene il mondo. Non si illumina nulla in questo mondo se tu ti ritiri, appassisci."

"La pace non è un sogno: può diventare realtà, ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare."

"Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso."

"Ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo su di essa. Coraggioso non è chi non prova paura, ma colui che la vince."

"Tutto sembra sempre impossibile, finché non viene fatto."

"La gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi ogni volta che si cade."

"Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati."

Nelson Mandela


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