foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Sisu
16 ottobre 2018

Un po' di sisu, un po' di lexotan...


Sisu è un termine finlandese per il quale manca una traduzione letterale in qualunque altra lingua, deriva da sisus, che significa intimo o interiore ed è una parola chiave per capire la cultura finlandese.

E' un'espressione che unisce i concetti di forza di volontà, determinazione, perseveranza e razionalità, rappresenta una sorta di coraggio quotidiano che aiuta ad affrontare le sfide della vita non tanto in una ricerca della felicità momentanea ma piuttosto in una conquista di un benessere duraturo. Sisu è soprattutto resilienza.

Per la popolazione finlandese, questa parola ha un significato mistico, quasi magico e costituisce una filosofia di vita che funge da migliore rimedio alle avversità. E' un serbatoio da portare nel proprio cuore per potersi avvalere di quel coraggio di cui si ha bisogno per affrontare piccole e grandi difficoltà, non è una strategia da adottare in circostanze specifiche né un cerotto o una medicina per un momento di disperazione ma un atteggiamento da mettere in atto ogni giorno.

La parola sisu ha radici lontane, quando il 30 novembre 1939, tre mesi dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica dichiarò guerra alla Finlandia i finlandesi sembravano non avere speranza alcuna contro i loro avversari dotati di un valido esercito con potenti mezzi militari ma la cosiddetta "guerra d’inverno" durò appena 105 giorni e rappresentò una vera sconfitta per i russi. Fu proprio allora che la parola sisu venne per la prima volta pronunciata per indicare una fonte di coraggio e determinazione.

Katja Pantzar, giornalista e scrittrice, nel libro "Sisu. La via finlandese al coraggio, al benessere e alla felicità" racconta come ha sconfitto la propria depressione e si è caricata di una nuova energia grazie a questa magica arte nordica. Parla dell’immersione nella natura, della semplicità dei piccoli piaceri, degli atti creativi di tutti i giorni che si rivelano essenziali per il corpo e lo spirito e invita a praticare il sisu nella quotidianità abbracciando i cinque componenti principali: la perseveranza, la gestione dello stress, la resilienza, l’onestà e il porsi obiettivi concreti.

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“I biscotti di Baudelaire” di Alice Babette Toklas
25 maggio 2018

Dopo il calendario altro giro con Canva...


Ricette e ricordi, profumi e sapori tra le eccentricità e la grande arte della Parigi tra le due guerre.

I libri di cucina mi sono sempre piaciuti, mi hanno sempre incuriosita. Quando ero una dilettante dei fornelli li leggevo tutti, anche quelli noiosi, dalla prima all'ultima pagina, come Gertrude Stein con i libri gialli.
Quando cominciammo a leggere Dashiell Hammett, Gertrude Stein osservò come, nei suoi libri, la vera novità consistesse nel fatto che di solito le vittime morivano prima dell'inizio della storia vera e propria. Innumerevoli delitti seguivano poi inevitabilmente il primo. Così succede anche in cucina. (...) Ecco perché cucinare non è un passatempo soltanto piacevole. (...)
Il solo modo di imparare a cucinare è cucinare, e per me, come per tanti altri, cucinare divenne all'improvviso, inaspettatamente, una sgradevole necessità durante la guerra e l'occupazione. Fu in condizioni di razionamento e scarsità di cibo che imparai non solo a cucinare seriamente ma anche a fare acquisti in circostanze difficili senza sprecare troppo tempo per entrambe le cose, dato che ce n'erano altre molto più importanti e più divertenti da fare. Fu allora, quindi, che cominciarono gli assassinii in cucina.
La prima vittima fu una bella carpa, portata ancora viva in cucina in un cestino coperto dal quale nulla poteva scappare. Il pescivendolo che me la vendette disse di non aver tempo di ammazzarla, toglierle le scaglie e pulirla, né mi volle dire con quale di queste tre orribili e necessarie incombenze fosse meglio cominciare. Non fu difficile capire quale fosse la più repellente. Quindi, avanti con l'assassinio e facciamola finita. (...) Mi venne subito in mente un bel coltello affilato, l'arma classica, perfetta. Detto fatto: con la mano sinistra avvolta in uno strofinaccio, perché poteva darsi che l'animale avesse denti affilati, afferrai la mascella inferiore della carpa, e col coltello stretto nella destra cercai attentamente la base della colonna vertebrale. Vibrai il colpo fatale senza esitare, poi lasciai andare il pesce e guardai. Orrore degli orrori. La carpa era morta, uccisa, assassinata, assassinio di primo, secondo e terzo grado. Mi lasciai andare, priva di forze, su una sedia, e con le mani ancora sporche afferrai una sigaretta, la accesi e aspettai che arrivasse la polizia ad arrestarmi. Dopo una seconda sigaretta mi tornò un po' di coraggio e mi mossi per preparare la povera signora Carpa per il suo ingresso in sala da pranzo. Grattai via le scaglie, tagliai le pinne, le aprii la pancia e la svuotai di un sacco di roba che preferii non guardare, la lavai accuratamente, la asciugai e la misi da parte mentre preparavo la

CARPA RIPIENA DI CASTAGNE

Per una carpa di circa 1 kg e mezzo, tritare una cipolla di media grandezza e soffriggerla lentamente in 3 cucchiai di burro. Aggiungere una fetta di pane spessa circa 5 cm imbevuta di vino bianco secco, strizzata e tagliata a cubetti, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 2 scalogni tritati, 1 spicchio d'aglio pestato, 1 cucchiaino di sale, un quarto di cucchiaino di pepe appena macinato, un quarto di cucchiaino di macis in polvere, lo stesso di alloro e di timo e 12 castagne bollite e sbucciate. Mescolare bene, lasciar freddare, aggiungere un uovo crudo, riempire la pancia e la testa del pesce con il composto, chiudere accuratamente con stecchini, legare la testa in modo che il ripieno non esca durante la cottura. Lasciar riposare per almeno un paio d'ore. Versare 2 tazze di vino bianco secco in una terrina, metterei il pesce, salare a piacere. Cuocere in forno per 20 minuti a 190 gradi. Ungere il pesce e coprirlo con uno spesso strato di pane grattugiato, cospargere con 3 cucchiai di burro fuso e cuocere per altri 20 minuti. Servire ben caldo con un contorno di pasta. Per 4 persone. La testa della carpa è enorme. È considerata un boccone prelibato da molti europei.

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Nelson Mandela
6 dicembre 2013

Grazie.

"Se tu voli basso, non puoi servire bene il mondo. Non si illumina nulla in questo mondo se tu ti ritiri, appassisci."

"La pace non è un sogno: può diventare realtà, ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare."

"Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso."

"Ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo su di essa. Coraggioso non è chi non prova paura, ma colui che la vince."

"Tutto sembra sempre impossibile, finché non viene fatto."

"La gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi ogni volta che si cade."

"Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati."

Nelson Mandela


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