“L’educazione delle fanciulle” di Littizzetto e Valeri
6 gennaio 2012

Ho deciso di farmi gli auguri per la Befana con un post tutto al femminile…

l'educazione delle fanciulle luciana littizzetto franca valeriDialogo tra due signorine perbene.

Io sono abbastanza educata e so che le parolacce non si devono dire, ma non riesco a non dirle. Perchè sono liberatorie. Se le dici in maniera aggressiva sono volgari, se invece le usi per lo sberleffo perdono quella connotazione lì. Io non ce la faccio a non dirle. Vado proprio in astinenza. (…)
Forse basterebbe fare con le parolacce come per le sigarette. Ne dici solo tre al giorno. Una dopo pranzo, una dopo cena e una la sera guardando la tv. Quella te la godi proprio. (…)
Il problema è che io sono un’estimatrice della parolaccia. Ci sono momenti della vita in cui la parolaccia è d’obbligo. E’ proprio necessaria. La parolaccia vera, liberatoria, autentica. (…)
E poi vaffanculo, perchè ci sono cose nella vita che si risolvono solo con un vaffanculo.
Luciana Littizzetto

Il tuo “elogio della parolaccia” non tiene conto del fatto che l’hai personalizzata; è diventata un tuo simpatico vezzo, prima o poi ne butti lì una e sembra quasi che si sistemi bene nel linguaggio più che definibile “un buon italiano”. Del resto l’ingresso delle parolacce nel vocabolario aggiornato credo sia riscontrabile. Chi parla male anche senza scendere nel turpiloquio è come se lo facesse. Ne abbiamo quotidiani esempi.
(…) non è il mio sfogo preferito, la parolaccia. Sbattere una porta neanche, perchè casca la chiave. Forse la rabbia bisogna tenersela. Prima o poi passa.
Franca Valeri

Le bugie da dire a un uomo.
A un uomo si possono raccontare molte bugie, perchè non ascolta molto. Fatica spesso sprecata di cui si compiace la fantasia femminile. F.V.
“Mi sembri dimagrito”. Con questa bugia qua ti si spalancano tutte le porte. Dopo puoi fare tutto quel che ti pare. L.L.

Categorie: lettura · umorismo
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