foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Bella ciao
25 aprile 2020

La mia ninna nanna (di un'infanzia alternativa). Grazie mamma...

Una mattina mi son svegliato
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor

O partigiano portami via
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir

E se io muoio da partigiano
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir

E seppellire lassù in montagna
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior

E le genti che passeranno
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà

E questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà

ASCOLTA Bella Ciao della #propagandaorkestra

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Ricetta: maüsc (i taroz di Teglio)
12 aprile 2020

L'incauto acquisto di fagiolini con il filo mi ha fatto tornare in mente i maüsc delle zie a Teglio fatti con i fagiolini dell'orto che a fine estate sembravano quasi dei fagioli...

Maüsc

800 gr. di patate bianche lesse
360 gr. di fagiolini senza filo lessi
180 gr. di casera
40 gr. di burro
1 spicchio d'aglio
sale e pepe


Tagliare le patate e i fagiolini lessati a pezzettoni quando sono ancora caldi e metterli insieme in una grossa ciotola. Schiacciarli grossolanamente e lavorarli con un cucchiaio di legno sino a ottenere una sorta di purè molto rustico. Salare e pepare.
Tagliare il formaggio a cubetti. Mettere sul fuoco un pentolino con il burro e lo spicchio d'aglio diviso a metà sino a quando inizia a colorire, poi togliere l'aglio e versare il burro nella ciotola con le verdure, in ultimo unire il formaggio. Mescolare bene.
Scaldare una grossa padella di ghisa (o antiaderente dal fondo spesso) e versarci il composto compattandolo e livellandolo con una spatola di legno. Cuocere a fuoco vivace in modo da formare una crosticina dorata e croccante, voltare i maüsc a grossi pezzi con la spatola. Servire caldissimi.

L'aspetto finale sarà inevitabilmente quello di una sorta di sformato caduto rovinosamente nel piatto per questo nei ristoranti viene talvolta riproposto come un purè filante in un cestino di cialda di parmigiano.

Molti piatti tradizionali della cucina contadina valtellinese presentano, da paese a paese, piccole variazioni nella preparazione o negli ingredienti utilizzati. In questo caso a cambiare è anche il nome del piatto: maüsc, taroz, mac, rostit, rustiment (e l'elenco non pretende di essere esaustivo). Il nome taroz (sicuramente il più conosciuto per questo piatto), come taragna e tarel (bastone di legno) deriva da tarà o tarare che in dialetto significa mescolare.


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