foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Robert Mapplethorpe
27 febbraio 2012

Mi ricordo mia nonna con un libro di Mapplethorpe in mano che dice “… ma Giuliano ti sembrano cose da regalare a tua figlia?”

Robert Mapplethorpe, Fondazione Forma per la Fotografia, Milano, dal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012.

Per la prima volta a Milano, una grande retrospettiva dell’opera di Robert Mapplethorpe.

La mostra presenta centosettantotto fotografie, provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York e rappresenta un’occasione unica per ripercorrere l'opera di Mapplethorpe, dalle prime polaroid degli inizi degli anni Settanta, fino ai celebri still life, ai fiori, ai ritratti e autoritratti, alla sorprendente serie dedicata alla culturista Lisa Lyon, alle splendide immagini dedicate al corpo maschile (indagato e celebrato come mai prima di allora), all’omaggio alla sua musa Patti Smith, agli insoliti, teneri e malinconici ritratti di bambini.

Scenario del suo lavoro è la New York degli anni Settanta e Ottanta, quello della rivoluzione pop, del new dada e di Andy Warhol, la città creativa e disinibita della liberazione sessuale, dell’esplosione della performance e della body art.

Tra i più importanti autori del Novecento, Mapplethorpe ha influenzato con le sue immagini dalla composizione rigorosa generazioni di fotografi e artisti.

La ricerca della perfezione, mito irraggiungibile per la maggior parte degli artisti, è per Robert Mapplethorpe la condizione necessaria da raggiungere in ogni singolo scatto.

“Cerco la perfezione della forma. Lo faccio con i ritratti, lo faccio con i peni, lo faccio con i fiori. Non c'è differenza tra un soggetto e l'altro. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo.
Se fossi nato cento o duecento anni fa, avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un mezzo molto veloce per vedere e per fare scultura”.
Robert Mapplethorpe



www.formafoto.it

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Moltalbano e il cibo
26 febbraio 2012

Post(ino) numero cento... chi l'avrebbe mai detto...

Estratti da “La caccia al tesoro” di Andrea Camilleri.

Annò in cucina, raprì il frigorifero e gli cadero le vrazza.
Tanticchia di caciocavallo, quattro passuluna, cinco sarde sottoglio e 'na troffa d'acci, chiuttosto scarso il contenuto. Però meno mali che Adelina il pani frisco glielo aviva accattato.
Raprì il forno. E fici un ululato lupigno di filicità.
'Na porzione bastevole per quattro di milinciane alla parmigiana, fatte con tutti i sacramenti!
Addrumò il forno per quadiarle, annò nella verandina, conzò la tavola, sciglienno 'na buttiglia di vino speciali.
Aspittò che la parmigiana quadiasse bona, e po' se la portò a tavola nella teglia stissa, senza travasarla in un piatto.
Quando finì, un'ora e mezza doppo, alla teglia non ci sarebbi stato nisciun bisogno di lavarla. L'aviva accuraramenti puliziata col pani, il suco era 'na maraviglia.

Alla trattoria di Enzo, pur avenno fatto il proposito di mantinirsi dintra limiti ragionevoli di mangiata, sbracò davanti a un piatto di involtini di pisci spata e sinni fici portari un’altra porzioni, pur avennosi agliuttuto in precedenza ‘na bella varietà d’antipasti di mari e un gran piatto di spachetti alle vongole.
La passiata al molo fino a sutta al faro fu perciò cchiù che necessaria e magari l’assittatina supra allo scoglio chiatto con relativa sicaretta.

Doppo essirsi stipato con pasta al nìvuro di siccia e ‘na mezza chilata di gammaroni, si fici la solita passiata fino al faro, s’assittò supra allo scoglio chiatto e passò ‘na mezzorata bona a scassare i cabasisi a un granchio.
Po’ sinni tornò in ufficio (…)

Forsi Adelina aviva fatto la bella pinsata di celebrari in forma sullenne il so ritorno in servizio.
Fatto sta che raprenno prima di tutto il frigorifero, s’attrovò davanti a ‘na decina d’involtini di pisci spata fatti come piacivano a lui e dù grossi finocchi tagliati e puliziati, quelli che ci volivano per rinfriscari la vucca. E c’era macari ‘na buttiglia di vino in friddo. Nella parti interna dello sportello ci stava ‘mpiccicato un foglio di carta con supra scritto: taliare macari nel forno. E lui taliò.
Dintra al forno risplendeva ‘na teglia di pasta ‘ncasciata!
Manco con l’uso della forza o della seduzioni si sarebbi fatto persuaderi da Ingrid ad annari a mangiare in qualchi ristorante.

“Che mi porti?”.
“Tutto quello che voli”.
“E io tutto voglio”.
“Oggi havi pititto?”.
“Non tanto. Però spilluzzicanno canticchia di tutto, alla fini avrò mangiato a malgrado che non avivo pititto”.
Finì che s’abbuffò suo malgrado. E sinni vrigugnò, per la prima volta nella sò vita.
Po’, mentri s’addirigeva verso il molo, si spiò pirchì si era vrigugnato d’aviri mangiato a tinchitè.

S’arricampò a Marinella che erano squasi le tri del matino. Aviva un pititto che si sarebbi mangiato vivo un liofanti. Dintra al forno, ‘na gran teglia di pasta ‘ncasciata. E otto arancini, ognuno cchiù grosso di ‘n arancio. Mentri sinni annava in bagno a farsi ‘na doccia, si misi a cantare ad alta voci. Stunato come ‘na campana. E quanno finì di mangiare, divitti squasi strascinarisi fino al tilefono per chiamari a Livia (…)

www.youtube.com

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Famous Faces
25 febbraio 2012

Famous Faces è una galleria fotografica di cani, gatti, criceti e talvolta conigli vestiti digitalmente da personaggi famosi, di ieri e di oggi, con una buona dose di irriverente humour britannico.

Le Famous Faces sono raccolte in un libro pubblicato da teNeues, che è già alla seconda edizione, ma si trovano anche su tazze, magliette, portachiavi, agende e gadget vari.

Gli autori sono un gruppo di fotografi inglese i Takkoda (parola sioux che significa “amico di tutti”).

Le foto non riportano i nomi dei vip presi a modello ma riconoscerli non dovrebbe risultare difficile!

"Le foto ritraggono animali reali, non celebrità. I personaggi famosi e ben riconoscibili non sono stati coinvolti nella creazione di queste immagini e non le hanno approvate. Così come non è stata richiesta la loro approvazione per la pubblicazione di queste foto". Takkoda



www.takkoda.com
www.teneues.com

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Playlist: “You can leave your hat on” Joe Cocker
23 febbraio 2012

Chi non si ricorda lo spogliarello di Nove settimane e mezzo...

"You can leave your hat on" Joe Cocker

Piccola, togliti la giacca, molto lentamente
piccola, togliti le scarpe, ti aiuto a toglierti le scarpe
piccola, togliti il vestito
sì, sì, sì
puoi tenere su il cappello...

... mi dai un motivo per vivere
puoi tenere su il cappello...



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Silene Stenophylla
22 febbraio 2012

E' tornata a fioririre anche se era estinta da circa 30mila anni.

La Silene Stenophylla, una pianta erbacee dai piccoli fiori bianchi, molto diffusa nel Pleistocene, quando i mammut popolavano la terra, è stata resuscitata da alcuni ricercatori dell'Accademia delle Scienze russa.

I semi, ritrovati in una tana fossilizzata di scoiattolo a trentotto metri di profondità nel terreno ghiacciato della Siberia nordorientale, grazie ad un processo di rigenerazione hanno riportato in vita la preistorica pianta.


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Categorie: fiori e piante
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Guerrilla Knitting
19 febbraio 2012

Il Guerrilla Knitting sta colorando la Cornovaglia.
Alcune donne, la cui identità è al momento segreta, hanno creato un gruppo il Graffiti Grannys che realizza decorazioni a maglia e a cucito per abbellire l'ambiente e l'arredo urbano.

Panchine, staccionate, grondaie e pali della luce usurati dal tempo sono oggetto di particolare attenzioni e vengono avvolti in scialli e tubolari coloratissimi o invasi da pon pon, fiori o animaletti realizzati con lana, uncinetto e tanta fantasia.

Il gruppo sferruzza di giorno e entra in azione al tramonto disseminando paesi e città di piccoli o grandi esempi di creatività che al mattino attireranno l'attenzione di chi solitamente attraversa distrattamente strade e piazze tutte immancabilmente grigie.

Come il Guerrilla Gardening, il Guerrilla Knitting è in fenomeno di autoproduzione che vuole combattere il degrado degli spazi dedicati alla collettività.

Il gruppo sempre più apprezzato dalla stampa britannica, che ne parla frequentemente, sta raggiungendo una notorietà anche sovranazionale grazie anche alla creazione di una pagina Facebook.

Artista di riferimento del Guerrilla Knitting può essere considerata la texana Magda Sayeg ideatrice di un nuovo tipo di street art, lo Yarn Bombing (bombardamento di filati) che nel 1995, con il nome Knitta Please, ha iniziato a rivestire arredi urbani, autobus in disuso e cabine telefoniche di varie città in giro per il modo. Le sue sono performance artistiche, realizzate con incursioni a sorpresa, che trasformano oggetti comuni in straordinarie, morbide e calde sculture colorate.



www.facebook.com/graffitigrannys

www.magdasayeg.com

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Categorie: arte · creatività
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“Nel nome del padre” di Gianni Biondillo
18 febbraio 2012

"Amore è un po' tardi... ora ti devo portare a casa."
"Di già?"
"Tesoro... siamo andati al parco, poi alle giostre, adesso al cinema..."
"Ma io voglio stare ancora un po' fuori, non voglio tornare a casa subito."
Vorrebbe chederle perchè. Vorrebbe sarere come la tratta Sonia, cosa le dice. Ma non lo fa. Non è giusto, non è corretto nei confronti della figlia.
"Amore, lo vedi che è tardi... inizia a fare freddo... devi mangiare..."
"Andiamo a mangiare una pizza, dai..."
"Alice, io..." Si perde negli occhi della figlia. "Aspetta un attimo."
Tira fuori il cellulare. La bimba gongola. Luca si gira verso il muro come a cercare un po' di intimità.
"Sonia?"
"Luca?" La voce è allarmata. "E' successo qualcosa ad Alice?"
"No, no, non preoccuparti, è tutto a posto."
"Cosa vuoi allora?"
"Senti, volevo dirti che la bimba vorrebbe stare ancora un po' fuori, vorrebbe mangiare una pizza..."
"Non se ne parla neppure. Porta subito Alice qui, a casa."
La bimba saltella su un piede, avanti e indietro.
"Ma dai, poi ci rimane male."
"Domani mattina va a scuola, non voglio che faccia tardi."
"Una pizza, facciamo in fretta."
Gesticola, come se lei lo vedesse.
"Portala subito qui. Non farmi urlare" e lo dice urlando, al punto che la sente pure la figlia.
"Ma cazzo, Sonia, sono il padre, avrò anch'io diritto di..."
"Tu non hai nessun diritto, lo hai capito?" Non la ferma più nessuno, è furiosa. "Porta subito Alice a casa, non farmi incazzare, portala subito qui!"
"Ma perchè devi fare così, non c'è niente di male se si diverte un po'..."
"E già! E' facile per te, la porti al cinema, la porti in pizzeria... poi sono io che devo svegliarla la mattina, poi sono io la cattiva che le deve insegnare le regole... tu fai il papà simpatico, e io sono la stronza!"
"Sonia, non urlare."
Alice lo guarda spaventata.
"Portala qui, entro mezz'ora. Non te lo ripeto più!"

"Fammi entrare."
"No!"
"Sonia, eravamo d'accordo, non farmi incazzare. Il Natale l'ha passato da te, ora mi prendo la bimba e me la porto via."
"Non ci provare neppure."
Prova a chiudergli la porta in faccia, ma lui la blocca con un piede.
"Sonia, sto perdendo la pazienza. Vesti Alice e falla uscire, subito."
"Ti ho detto di no. La bambina ha la febbre, io non la faccio uscire con questo freddo."
Lui sbuffa, alza gli occhi al cielo.
"Sono in macchina, la porto a casa, con me, non prenderà freddo."
"Non dirlo neanche per scherzo."
"Ma insomma che cazzo vuoi da me? Vuoi farmi impazzire?"
E' a una spanna dal suo volto, sembra voglia mangiarglielo.
"Non fare il pazzo."
Lui cerca di calmarsi.
"Allora fammi entrare, resto qui tutto il giorno" lei sgrana gli occhi, "non preoccuparti, sto in camera con lei."
"Non ti voglio in casa mia."
"Cosa? COSA? Questa non è casa tua, lo vuoi capire? Non è tua, non l'hai comprata tu! Non lo stai pagando tu il mutuo!"
Ha scelto lei i mobili, ha discusso lei con l'architetto, ha curato lei il giardino. E questo Luca lo sa.
"Vallo a dire al giudice, se ne hai voglia."
Lui le dà le spalle, cerca di contenere le lacrime, non vuole farsi vedere debole hai suoi occhi. Le mani sono strette nei pugni, le nocche sono praticamente senza sangue.
"Sonia. Ti prego." Si gira ancora verso la donna, è più calmo. "Non ti preoccupare per Alice. La copro, la porto a casa, le faccio una camomilla calda."
"Ma cosa dici? Non sai neppure di cosa parli... l'hai mai curata tu? Sai di cosa ha bisogno se le sale la febbre? Sai quale è il suo peluche che tiene sotto le coperte quando è malata? Non sapresti distinguere una supposta da un'aspirina, smettila!"
"E allora aiutami tu. Dimmi cosa devo fare."
"Ci dovevi pensare prima."
"Non puoi farmela pagare per sempre, lo capisci? Come posso imparare ad essere suo padre se tu continui a negarmelo?"

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Festa del gatto
17 febbraio 2012

Oggi è la Festa del gatto e in particolare di quello nero.

Si celebra in Italia dal 1990, anno in cui è stata istituita grazie a un sondaggio proposto dalla rivista italiana Tuttogatto che chiedeva ai propri lettori di indicare quale secondo loro sarebbe stato il giorno più appropriato per festeggiare gli amici felini.

La scelta è caduta sul 17 febbraio, non a caso quindi, ma perchè febbraio è il mese dell'Acquario considerato il segno zodiacale degli spiriti liberi, dell'intuito, della libertà e dell'anticonformismo mentre il numero diciassette sfida la superstizione, per sfatare tutte le credenze che hanno accompagnato la storia di questo magnifico felino.


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Lilli e il Vagabondo
14 febbraio 2012

Mi è piaciuto così tanto che da piccola ho voluto vederlo due volte di fila al cinema...


Lilli e il vagabondo (Lady and the Tramp), film d'animazione del 1955 diretto da Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske, è il quindicesimo classico Disney secondo la numerazione dell’elenco ufficiale dei Classici pubblicato nel 2008.
Prodotto da Walt Disney e distribuito dalla Buena Vista Distribution, è il primo lungometraggio animato girato in CinemaScope.

Elenco completo dei Classici Disney del sito ufficiale Walt Disney Animation Studios.



www.disneyanimation.com

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Playlist: “I love rock n’roll” Joan Jett
13 febbraio 2012

"I love rock n'roll" Joan Jett & The Blackhearts

... amo il rock and roll
e allora metti altri spiccioli nel jukebox baby
amo il rock and roll
e allora vieni a spendere un po' del tuo tempo a ballare con me...



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