foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Taiyaki
1 aprile 2019

Orata d'aprile! Auguri a Giuliana...


Il taiyaki (たいやき letteralmente "orata alla piastra") è un tipico dolce da strada giapponese comunemente venduto in chioschi e bancarelle. A forma di pesce è solitamente ripieno di anko, ossia confettura di fagioli azuki, ma può essere farcito anche con crema o cioccolato.

L'impasto del taiyaki è simile alla pastella del pancake o del waffle e il curioso dolcetto viene cotto in un tradizionale stampo in ghisa a forma di orata.

Pare che il primo taiyaki sia stato preparato, nel lontano 1909, nel locale "Naniwaya Souhonten" ancora in attività nel quartiere Azabu Juban di Tokyo. Negli anni 70 è stata scritta anche la canzone "Oyoge! Taiyaki-kun" (Nuota! Taiyaki) che racconta di un taiyaki che scappa dalla piastra dove è stato cucinato per assaporare la libertà di nuotare nel mare ma viene presto pescato e mangiato.

Belli e divertenti da preparare i taiyaki possono essere realizzati anche in versione salata.

Il video "Oyoge! Taiyaki-kun" di Masato Shimon

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Antica Pizzeria Leone
4 maggio 2018

Festeggiamenti con la pummarola 'ncoppa...


Pizza tradizionale napoletana a Milano.

L'Antica Pizzeria Leone accoglie in un piccolo ingresso con i mattoni a vista, dove c'è il forno a legna, per poi condurre in un'unica ampia sala con in fondo una grande vetrata che affaccia sulla cucina. L'arredo vivacemente colorato è demodé ad arte con tanto di insegna al neon.

Propone pizza napoletana con cornicione alto e mozzarella campana in molteplici farciture (secondo tradizione e non); pizza fritta; pagnottielli; fritti napoletani serviti nel "cuoppo" (zeppoline, crocché di patate, arancini di riso, calzoncini, montanare, chips); taglieri e piatti a base di mozzarella di bufala e dolci prevalentemente partenopei. Unica concessione alla milanesità: le insalatone.

Piacevolissime le piccole sorprese offerte a inizio e fine pasto.

www.facebook.com/pg/Antica-Pizzeria-Leone

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Mr. Miao e il tè al formaggio
20 gennaio 2018

Giornata di shopping, un "tè verde macchiato dolce" per scaldarsi e un bicchiere con il logo di Mr. Miao da portare a casa...


Mr. Miao è un bar rosticceria nel cuore della Chinatown milanese che propone una vasta gamma di bubble tea, cheese tea, tè alla frutta, yogurt, granite e ice roll oltre a dim sun, rotoli di riso glutinoso e curiose "piadine cinesi" da gustare sul posto o da portare a casa.
Il valore aggiunto del locale: il nome e il logo tutto micioso!

Bubble tea: mangia e bevi taiwanese a base di tè e latte, aromatizzato con diversi gusti di frutta o sciroppo e arricchito con perle nere di tapioca gommose e gelatine di frutta. Servito sia freddo che caldo, si beve con una grossa cannuccia che permette di raccogliere anche le palline precipitate sul fondo. E' generalmente molto dolce.

Cheese tea (in mandarino zhì shì chá): tè non zuccherato coperto da una densa schiuma di formaggio in polvere montato.

Ice roll: rotolini di gelato preparati al momento e guarniti con sciroppo, granella o frutta. Nato in Tailandia, l'ice roll si ottiene versando un composto liquido di base, lavorato insieme ad altri ingredienti, su una piastra refrigerata di metallo e staccando successivamente il gelato che si solidifica in pochi istanti sulla superficie con una spatola in modo da ottenere strisce arrotolate su stesse a forma di grossi riccioli.


Scopro ora che lo strano "tè verde macchiato dolce" altro non era che una versione zuccherata del cheese tea. Adesso capisco tante cose... cosa non si fa per un bicchiere con un micio baffuto!

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Man vs. Food
31 dicembre 2017

Maratona Man vs. Food per ventiquattro ore su Food Network e non solo lì...


Man vs. Food è un reality show televisivo che va in onda negli Stati Uniti dal 2008. Il programma è stato condotto dall'attore e presentatore Adam Richman nelle prime quattro stagioni (la quarta con il titolo Man v. Food Nation).

In ogni puntata Adam si reca in una città degli States per assaggiare i piatti tipici del luogo e tentare una sfida lanciata da un ristorante locale. Le sfide tra uomo e cibo consistono nel mangiare piatti di dimensioni gigantesche o estremamente piccanti.

Gli episodi sono costruiti mettendo insieme vari momenti del viaggio dove Adam si intrattiene con i ristoratori che descrivono la loro specialità della casa e gli ingredienti tipici della cucina del posto e con i clienti che parlano delle ordinazioni più richieste per qualità e quantità. Culmine della puntata è la sfida che Adam affronta nel locale prescelto, seguita da una finta conferenza stampa dove risponde alle domande degli avventori che hanno assistito alla sua vittoria o sconfitta.

Adam si presenta nella sigla della serie con la frase: "Sono Adam Richman un fanatico del cibo, ho fatto mille lavori nel campo della ristorazione e ora giro l'America alla ricerca dei templi dell'abbuffata e affronto le sfide alimentari più leggendarie. Non sono un mangiatore sportivo, sono solo uno che ha molto appetito! Queste sono le avventure di un inguaribile affamato, ecco a voi Man vs. Food".

Ritiratosi dalle sfide culinarie nel gennaio 2012 Adam detiene il record personale di 37 sfide vinte dall'uomo e 22 dal cibo.

Il presentatore, esperto di cibo autodidatta, dal 1995 conserva un diario di viaggio in cui annota tutti i ristoranti che ha visitato e quello che ha mangiato. Quando possibile ha affrontato le sfide digiunando a partire dal giorno prima e idratandosi molto bevendo solo acqua. Successivamente ha trascorso un'ora sul tapis roulant.

Dopo Man vs. Food Adam Richman ha presentato il programma Man Finds Food dove in giro per l'America e il mondo intero cerca piatti speciali non inseriti nei menù ufficiali dei ristoranti.

L'elenco delle puntate e delle sfide di Man vs. Food.

www.foodnetwork.it/man-v-food
www.foodnetwork.it/man-finds-food

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Dim sum
25 novembre 2017

Dopo la puntata di "Weekend con Giada" a New York eccomi rapita dai pescetti della Chinatown Brasserie...


Il dim sum (letteralmente: che tocca il cuore) è un'arte gastronomica tipica della cucina della Cina meridionale che comprende una vasta gamma di piatti leggeri da servire insieme al tè nell'antica tradizione del yum cha (letteralmente: bere il tè).

Il dim sum tradizionale include vari tipi di pietanze in piccole porzioni cotte al vapore o fritte che possono includere carne, pesce, verdure, oltre a dessert e frutta.

I cantonesi nei secoli hanno trasformarono il yum cha, pausa rilassante e spuntino tradizionale per i viaggiatori dell'antica via della seta, in una vivace e festosa esperienza. Per gli anziani è consuetudine consumare i dim sum dopo gli esercizi mattutini, spesso leggendo i quotidiani. Le famiglie li acquistano in occasioni speciali, come la festa della mamma o il capodanno cinese, e i genitori spesso portano i loro bambini a mangiarli la domenica mattina per incontrare e salutare i nonni.

Ad Hong Kong molti ristoranti iniziano a servire i dim sum già a partire dalle cinque di mattina. Solitamente serviti sino a mezzogiorno o metà pomeriggio, in rivendite specializzate sono disponibili durante l'intera giornata come cibo da asporto per studenti e impiegati.

Dove mangiare dim sum a Milano.

www.foodnetwork.it/programmi/weekend-con-giada

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Da Rino pizza e pollo
17 novembre 2017

Pizzeria provata per il nome e confermata per un pollo da leccarsi le dita...


Pizzeria e polleria da asporto a Milano, in zona San Siro, con cucina e prodotti italiani.
La specialità: pollo allevato a terra cotto, secondo una antica e genuina ricetta tradizionale, nel forno a legna assieme a deliziose patate o verdure miste. Inoltre fragranti e gustose pizze preparate con farine biologiche e una lunga lievitazione per un'alta digeribilità e bontà!

Pizze consigliate: "Da Rino" con pomodoro, mozzarella e straccetti di pollo al forno; "Paesana" con mozzarella, pomodori secchi e patate al forno; "Spilinga" con pomodoro, mozzarella, 'nduja e pecorino.

www.pizzaepollo.it


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Pizzeria Spontini
8 agosto 2017

Quando Spontini era solo in Via Spontini e il cameriere ti chiamava Giulia e decideva, ancor prima che ti fossi seduta, che volevi un'abbondante e una birra media...


La pizza Spontini è la pizza di Milano. Soffice, alta e morbida, ricoperta di mozzarella filante: golosa, buona, gustosissima e semplice.
Uguale da oltre sessant'anni, nel rispetto della ricetta originale, eppure sempre diversa perché risente di tante variabili: il clima, l’acqua, il forno, l’umore del pizzaiolo.

Quando la rosticceria toscana della Famiglia Banti, con l'insegna "Cibi cotti", si trasforma in pizzeria al trancio, nasce la Pizzeria Spontini una delle prime di Milano.
In Via Spontini, dal 1953, si serve una versione rivista dello "sfincione" palermitano: una pizza a base morbida, lievitata a lungo, cotta a legna, con pochi ingredienti: pomodoro, mozzarella, acciughe.
Da questa prima "bottega" Giuliano Innocenti e Antonia Giarelli costruiscono la base di un grande successo rispondendo all’invito di Milano, città che cresce in modo esponenziale, sempre più veloce e sempre più affamata
.

Normale o abbondante? Tutta la teglia!

www.pizzeriaspontini.it

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Polentoteca Chalet Gabriele
23 aprile 2017

Dopo anni e anni... desiderio esaudito...


La Polentoteca Chalet Gabriele si trova in Località Prà Filippo, a Piano Rancio, ai piedi del Monte San Primo. A 1012 metri sul livello del mare, si affaccia sul Lago di Como tra i due rami lariani (quello di Como e quello di Lecco) e offre una suggestiva vista sulle Alpi che abbracciano il lago.

Piatto forte del locale è ovviamente la polenta (con salmì di cervo, brasato e porcini trifolati ma anche polenta uncia e toc) ma sono molte le altre specialità presenti nel menu.

Costruito nel 1957 da Nuccia e Gabriele, il ristorante semplice e caratteristico è dotato di due sale da pranzo con ampie vetrate e terrazze.

Il toc è una polenta, di consistenza particolarmente cremosa, tipica della zona di Bellagio fatta con farina di mais, burro e formaggio. Si tratta di un'antica ricetta contadina, preparata per festeggiare occasioni speciali, che veniva servita agli invitati direttamente nel paiolo e posta al centro della stanza. Ogni commensale si serviva col proprio cucchiaio di legno e appoggiava il pezzo di polenta nell’incavo della mano prima di portarlo alla bocca, da qui il nome toc. E' una preparazione semplice ma che richiede la mano esperta di un "maestro del toc" nel rimestare e dosare correttamente il calore in cottura.

Tre i piatti felicemente sperimentati: Chalet (polenta, zola al forno, salsiccia ai ferri e porcini); Misto (polenta, salmì di cervo, brasato, porcini, cotechino e lenticchie); toc alla griglia con salami d'asino, di cavallo e di cervo. E per concludere... zabaione caldo!

www.polentoteca.com

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Kaspar il quattordicesimo commensale
17 gennaio 2017

Un racconto curioso da "111 gatti e le loro pazze storie" di Elke Pistor...


In molte culture il dodici è considerato un numero fortunato: dodici sono i mesi dell'anno, le ore di una giornata sono due volte dodici, dodici erano gli apostoli.
Diffusa è invece la credenza che essere tredici a tavola porti sfortuna e di qui la convinzione più generale che il tredici sia un numero iellato. Bisogna ammettere però che, almeno in un caso, la superstizione si è rivelata fondata.
Siamo a Londra, nel 1898. Il proprietario di miniere Woolf Joel, di origini sudafricane, invita a cena all'Hotel Savoy di Londra un gruppo di colleghi d'affari e amici. La rinuncia di uno di loro fa sì che i convitati si ritrovino in tredici a tavola. Inevitabilmente la conversazione va a cadere sulla sfortuna che colpirà il primo che si congederà dagli ospiti. Woolf Joel, che il mattino deve partire presto per far ritorno a casa, deride la superstizione e accetta la sfida di essere il primo a lasciare la tavola. Durante il viaggio per Johannesburg viene ucciso a colpi di fucile dal barone Kurt von Veltheim, un ricattatore: casualità o verità della profezia?
Quando al Savoy si viene a sapere dell'incidente nessuno ha dubbi: mai più tavoli con tredici commensali. Inizialmente si pensa di far partecipare alle cene un dipendente dell'albergo, ma la proposta non incontra il favore degli ospiti, per nulla bendisposti a condividere pasti e conversazioni con un estraneo.
Nasce allora l'idea di un invitato muto e negli anni Venti l'hotel incarica l'artista Basil Ionides di scolpire un gatto. Da allora Kaspar, questo è il nome del felino di legno, siede a tavola, con tanto di piatto e posate e provvede a tenere lontana la sfortuna dagli altri commensali.
Nel 2007 l'hotel è stato completamente ristrutturato e gran parte degli arredi degli anni ruggenti sono stati venduti all'asta, tranne naturalmente Kaspar, il quattordicesimo convitato, della cui compagnia al tavolo è possibile godere ancora oggi.

www.kaspars.co.uk

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Food Ink
4 agosto 2016

Un passetto avanti alla mia tigella 3D...


Da Londra arriva l'ultima tendenza in fatto di ristorazione. E' stato infatti inaugurato, nella capitale britannica, Food Ink il primo ristorante dove il cibo ma anche i bicchieri, i piatti, le posate e i tavoli sono realizzati con stampanti 3D.

Le portate servite sono il risultato di un mix fra ingredienti classici e prodotti della cucina molecolare. L’inedito menù è stato proposto per il momento solo per tre giorni e a poche decine di fortunati commensali.
La cena tecno-gourmet è stata definita "un’esperienza gourmet unica... dove la cucina incontra l’arte, la filosofia e le tecnologie del futuro".

Il progetto prevede l'apertura di nuovi ristoranti 3D in altre città del mondo come Berlino, Dubai, Seoul e New York. In Italia un locale itinerante potrebbe essere proposto a ottobre a Roma e poi a Torino.

Lo chef Fabio Tacchella, esperto di nuove tecnologie di cottura e lavorazione degli alimenti, commenta questa nuova tendenza: "La trovo un'iniziativa molto interessante. Avevo già sentito parlare di stampanti 3D per il settore food, ed è incredibile che siano riusciti ad aprire un intero ristorante incentrato su questo nuovo format. Ovviamente è una scelta più che giusta, perché la novità attrae sempre, bisognerà però aspettare per capire quale sarà la risposta del pubblico, anche a lungo termine. Ma come la nouvelle cuisine e dopo di questa la cucina molecolare, anche questa tecnica alle stampanti, invece che hai fornelli, può dare spunti positivi e interessanti al settore della ristorazione".



foodink.io

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