foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Artemisia Gentileschi
28 gennaio 2012

"Artemisia Gentileschi. Storia di una passione" mostra monografica a Palazzo Reale, Milano, dal 22 settembre 2011 al 29 gennaio 2012.

Apertura straordinaria dalle ore 9.30 di sabato 28 fino a mezzanotte di domenica 29 gennaio.

La mostra ospita una vasta selezione delle opere di questa poliedrica autrice. Oltre 40 tele e diversi documenti inediti, tra cui le lettere d'amore autografe scritte dall'artista al gentiluomo fiorentino Francesco Maria Maringhi.

Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni che corrispondono ad altrettanti significativi periodi della vita della pittrice: gli inizi romani strettamente legati all'opera paterna di Orazio Gentileschi, il periodo fiorentino, il ritorno a Roma intorno agli anni venti che la vide figura guida tra i naturalisti, il ventennio e oltre di attività a Napoli dove morì.

Grande pittrice, protagonista del Seicento europeo, Artemisia Gentileschi (1593-1653) affrontò con grande maestria un'ampia gamma di generi pittorici e di temi, fu capace di sfidare le convenzioni sociali dimostrando coraggio, eclettismo e determinazione.

Roberto Longhi, in un saggio del 1916, esprimeva nei confronti di Artemisia il seguente giudizio: "l'unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità...".

"Oltraggiata appena giovinetta, nell'onore e nell'amore. Vittima svillaneggiata di un pubblico processo di stupro. Che tenne scuola di pittura a Napoli. Che s’azzardò, verso il 1638, nella eretica Inghilterra. Una delle prime donne che sostennero colle parole e colle opere il diritto al lavoro congeniale e a una parità di spirito tra i due sessi".
Anna Banti in Artemisia (Firenze, 1947).

www.mostrartemisia.it

www.enciclopediadelledonne.it

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Categorie: arte · mostre · pittura
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Playlist: “Lullaby” The Cure
25 gennaio 2012

"Lullaby" The Cure

... su zampe a striscie colorate l'uomo ragno si avvicina
dolcemente nelle ombre del sole serale
cerca la vittima che trema nel letto
ricerca la paura nella disperazione crescente...


... non muoverti fermo calmo
mio prezioso bambino
non agitarti così o ti amerò solo di più
perchè è troppo tardi per scappare
o accendere la luce
stasera sei la cena dell'uomo ragno...



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Categorie: musica · playlist
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Capodanno cinese
23 gennaio 2012

Io sono del segno del Maiale, una garanzia... non si butta niente...

Il 23 gennaio 2012 si festeggia il capodanno cinese che decreta la fine dell’anno del Coniglio e l'inizio di quello del Drago.

Il Drago, unico animale mitologico tra i dodici dello zodiaco cinese, è associato alla forza, alla salute, all’armonia e alla fortuna. Per questo l'anno del Drago è considerato foriero di eventi straordinari e importanti cambiamenti, per lo più positivi. In Cina i draghi vengono posti al di sopra delle porte o sui tetti per tenere lontani demoni e spiriti maligni.

La Festa di primavera o capodanno lunare, generalmente conosciuto in occidente come capodanno cinese, è una delle più importanti e maggiormente sentite festività tradizionali cinesi e segna l'inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese. Viene celebrata in molti paesi dell'Estremo Oriente, in particolare Corea, Mongolia, Nepal, Bhutan, Vietnam e Giappone e anche nelle innumerevoli comunità cinesi sparse in tutto il mondo.

Quello tradizionale cinese è un calendario lunisolare, dove i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio, di conseguenza la data d'inizio dell'anno può variare di 29 giorni e può cadere fra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano (coincidendo con la seconda, o raramente terza, luna nuova dopo il solstizio d'inverno). A partire da questa data i festeggiamenti per il nuovo anno durano per quindici giorni e si concludono con la Festa delle lanterne.

Ogni anno è contraddistinto da un segno animale dell'astrologia cinese e da un ramo terrestre (elemento della cultura cinese utilizzato nel sistema di numerazione del tempo detto Ganzhi) che fanno parte di un ciclo di dodici elementi. Il capodanno determina il passaggio da uno all'altro di questi elementi.

Le tradizioni del capodanno cinese che prevedono l'uso di decorazioni rosse, l'esplosione di fuochi d'artificio e l'esibizione della Danza del leone derivano dai riti popolari per scacciare il Nian, mostro mitologico simile a un leone, che secondo un'antica leggenda esce dalla sua tana una volta all'anno per mangiare esseri umani, soprattutto bambini e che è spaventato dai forti rumori e terrorizzato dal colore rosso.
Segni di protezione dal Nian sono anche l'usanza di vestirsi di rosso e di scambiarsi lettere con buste rosse.

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Categorie: eventi · leggende
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Bacheca per la cucina
22 gennaio 2012

Sto già raccogliendo tappi di sughero usati, soprattutto quelli macchiati di vino rosso che hanno un fascino tutto particolare…

Un’idea per una originale bacheca per la cucina da realizzare con i tappi di sughero, ma volendo anche con quelli sintetici. Un posto dove appendere con delle puntine ricette, bollette, biglietti e messaggi di ogni genere.

Si realizza incollando su una tavola, preferibilmente con una bella cornice in legno, dei tappi formando delle colonne in orizzontale o in verticale o alternando colonne orizzontali e verticali o componendo una scacchiera in modo da riempire al meglio tutta la superficie disponibile.

Se a disposizione si ha una tavola con una cornice piuttosto alta o, ancora meglio un vecchio cassetto di una credenza, i tappi possono essere messi anche in piedi ottenendo così una superficie tutta a circoli.

E se proprio la voglia di decorazione non è del tutto soddisfatta, o se la cornice della tavola è un semplice bordo di legno non trattato si possono incollare o inchiodare lungo tutto il bordo dei tappi a corona o dei copritappo in metallo dello spumante.

Buon lavoro!


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Bento
20 gennaio 2012

Il bento (obento) è un pasto completo confezionato in singola porzione, solitamente consumato a pranzo fuori casa, che i giapponesi portano al lavoro, a scuola, in viaggio. E’ usato anche nei picnick o nella grandi feste tradizionali.

Il bento contiene riso, pesce, carne, verdure, tofu ed altri cibi a seconda della stagione.
Spesso il bento viene preparato dalle donne giapponesi con gli avanzi della cena, il cibo preparato appositamente in eccedenza viene utilizzato per il suo confezionamento.

I bento si possono anche trovare già pronti in supermercati o negozi specializzati, nelle stazioni ferroviarie riempiti con i cibi tipici della zona ma anche dai venditori ambulati che in Giappone sono molto diffusi.

I giapponesi ritengono che preparare un bento per un'altra persona sia un modo per dimostrarle affetto e attenzione. Spesso nei manga infatti le ragazze portano all'innamorato un bento preparato con le loro mani.
Una comunicazione di emozioni positive si stabilisce tra chi prepara il bento e chi lo mangia.

Il contenitore per bento è una sorta di vassoio con coperchio di varie forme e dimensioni, dotato generalmente di divisori interni che separano i differenti cibi. Il contenitore viene avvolto in un pezzo di carta, di tessuto o in borse speciali insieme alle bacchette. Il bento viene sempre confezionato in modo da creare un pacchettino esteticamente gradevole. Le scatole bento possono essere di plastica usa e getta, di legno o metallo, semplici, stampate o decorate e talvolta vere opere d'arte laccate e fatte a mano.

La cura estetica del bento è fondamentale.
I bento possono essere personalizzati e molto elaborati. Nello stile kyaraben (bento dei personaggi), ad esempio, il cibo viene decorato per riprodurre cartoni animati, fumetti o popolari videogiochi giapponesi. Nello stile oekakiben (bento ritratto) con il cibo si creano persone, animali, fiori, piante, edifici o monumenti. Vengono organizzate addirittura gare tra realizzatori di bento per premiare le realizzazioni più sorprendenti.

Le prime tracce di bento si possono far risalire addirittura al V Secolo ma la parola bento si pensa ebbe origine nel 1600 quando il comandante militate Oda Nobunaga (1534-82) elargiva ai tanti abitanti del suo castello pasti monoporzione.

Dove comprare bento lunch box e accessori per la realizzazione di bento:
www.bottegagiapponese.com

Alcuni album Flickr da vedere:
Luckysundae
Rachel He
♫ Sheree
Mayu

Mari Miyazawa può essere definita una guru del bento e dal 2003 propone sul suo sito le sue creazioni:
www.e-obento.com

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Categorie: cibo · creatività
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Fiocchi di neve
17 gennaio 2012

Oggi qualche minuscolo fiocco di neve si è fatto vedere...

Voglia di ritagliare un foglio di carta piegato ad arte per creare un fiocco di neve come si faceva da piccoli?

Snowdays permette di creare il proprio personalissino fiocco di neve tagliuzzando con forbici virtuali un altrettanto virtuale foglietto bianco. Il taglio può essere realizzato a mano libera o tracciando linee rette (polygon mode) mentre un riquadro mostra la preview del lavoro passo passo. La piccola crezione una volta finita, firmata e abbinata a un messaggio, diventarà uno dei tantissimi fiocchi che cadono silenziosi nella schermata iniziale. Avvicinando il puntatore i fiocchi si ingrandiscono e mostrano il nome di chi li ha realizzati e un messaggio destinato non a sciogliersi come neve al sole ma a ribalzare sul web.



snowdays

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Categorie: creatività
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Ricetta: pennette dello gnomo
16 gennaio 2012

Ecco le penne che mangiavo alla Terra di mezzo di Sondrio quando non optavo per la pizza con peperoncino fresco. Tutti sapori senza se e senza ma...

Pennette dello gnomo

400 gr. di penne rigate
180/200 gr. di gorgonzola dolce
1 bicchiere di passata di pomodoro
4 cucchiaini da caffè di pepe verde in salamoia
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
olio extravergine d'oliva
sale


Preparare un semplicissimo sugo con uno spicchio d'aglio, un filo d'olio e la passata di pomodoro. Nel frattempo cuocere le penne in abbondante acqua salata. Quando mancano pochi minuti alla cottura della pasta togliere dal sugo di pomodoro lo spicchio d'aglio e aggiungere il gorgonzola a pezzi, il pepe verde ben scolato dalla salamoia e un pizzico di sale. Scolare la pasta al dente e versarla nel sugo ben amalgamato, se necessario mantecare con un po' di acqua di cottura della pasta. Spolverizzare di prezzemolo tritato e servire bollente.

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Playlist: “Electrical storm” U2
16 gennaio 2012

"Electrical storm" U2

... sei sempre nella mia testa
so che non è abbastanza
se il cielo si apre
ci deve essere un modo di tornare
ad amare e solo amare...



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“Donne informate sui fatti” di Carlo Fruttero
15 gennaio 2012

La bidella.
C'erano in vista altre tre persone, ma lontane, due donne e un uomo, che già stavano facendo nel prato quello che ero venuta a fare io, cioè raccogliere una verdurina selvatica che noi chiamiamo i girasoli, che non sono i veri girasoli, ma dei ciufetti rasoterra, bianchi e verdi, da mangiare in insalata con le uova sode. Roba da poco, ma Cesare ci fa tutta una festa di stagione, li vuole tutte la primavere. Per di più adesso è diventata una specie di primizia ecologica, pochi banchi al mercato la tengono e te la fanno pagare un casino. (...)
Poco dopo sono arrivate altre macchine e un'ambulanza. Quei tre che raccoglievano i girasoli sono venuti di corsa a curiosare ma li hanno tenuti lontano con belle maniere, prego, non c'è niente da vedere eccetera. E intanto recintavano il posto con quelle strisce bianche e rosse.

La barista.
Bisogna capirla, bisogna saperla perdonare, mio dolce Nerino, quella rotta in culo di bidella, l'egregia signora Covino. Poteva starsene zitta, farsi gli affari suoi, ma figurati se la spiona perde l'occasione di fare una spiata, soprattutto contro di me per il semplice fatto che suo marito viene sovente al bar e scherza volentieri, fa un po' lo scemo, fa le battutine sulle mie cosiddette curve, che magari ne avessi un po' di più. Gelosa alla grande, e poi per niente, per meno di niente, perchè Cesare è un brav'uomo ma non ce lo vorrei nemmeno sulla classica isola deserta, una mezza sega di pensionato over sessanta almeno, pelato, con le gambe storte (...)
E così ci hai patito tu, povero Nerino, te ne sei rimasto delle ore senza la sua padrona, vieni qui che ti coccolo, amore, e ti spiego un po'. Lo so che il fieno è la dieta giusta ma un bel muchietto di erba fresca una volta all'anno ti fa impazzire e non può farti male, non ti fa gonfiare il pancino, coniglietto mio. E per questo sono andata in quel prato della madonna, ho visto il corpo e sono corsa via senza dire niente a nessuno. (...)
Mi mettevano le foto, solo la faccia, sotto il naso, una bella ragazza anche se piuttosto sbiancata, piuttosto livida, poveretta, perchè è un fatto che l'obitorio non dona.

La carabiniera.
Le due donne, da donna a donna, devo dire che non mi sono piaciute, nè la bidella nè la barista con il suo coniglio. Ma quando una ha un capo ostile e comunque sfottente è meglio se le sue impressioni se le tiene strette. (...)
Altre due donne nell'indagine e nemmeno queste tanto entusiasmanti. La figlia, con il suo papà, papà, povero papà e l'altra, più vecchia (una parente? un'amica?) più contegnosa. Aveva lei la situazione in pugno, si vedeva subito. (...)
Una parola sulla povera morta, povera Milena, io non gliel'ho sentita dire per tutto il tempo che siamo rimaste nell'ufficio del capo.

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Lorenzo Ferri del quarto piano
14 gennaio 2012

Estratti da “Le luci nelle case degli altri” di Chiara Gamberale.

Non ho aspettato nemmeno che Lorenzo mi invitasse ad entrare, per fare quella domanda che ormai mi rimbalzava in testa da ore (...) "Come si fanno i bambini?"
Lorenzo allora ha allargato gli occhi (uno verde e l'altro marrone, tutti e due grandissimi), e mi ha detto andiamo di là, in salotto.
Mi ha invitato a sedermi su una poltrona, è sprofondato su un'altra e ha cominciato a prepararsi una sigaretta, con una cartina, del tabacco e quella che all'epoca mi sembrava solo una strana pallina di gomma (...)
"La vita umana cara Mandorla, è una pazzia" ha cominciato. "C'è chi crede, pensa a te: alle decisioni che prende, alle cose che fa... come se avessero senso! E invece non ce l'hanno, tocca abituarsi: siamo tutti, nessuno escluso, frutto del sogno di un vecchio ubriaco che non sa che cosa cazzo dice, figuriamoci se sa che cosa sogna."
"Si, ma i bambini? Come si fanno?" ho insistito.
"Un attimo, adesso ci arrivo." (...)
"Come" ha dato un ultimo tiro alla sigaretta che poi ha spento in una tazzina di caffè, sul bracciolo della poltrona.
"Vuoi sapere proprio come, nel senso di: praticamente?"
"Si." C'era bisogno che lo ribadissi? Parlare con quell'uomo pareva impossibile.
"Le donne hanno quella cosa, fra le gambe: la maledizione di noi uomini che altrimenti passeremmo il tempo a fare cose interessantissime"
"Tipo?" (...)

"Dunque" ha sospirato, "da tutte le parti ci arriva il messaggio che amare è bello. Pensa alle favole che raccontano a voi femmine quando siete piccole. Biancaneve e la Bella Addormentata avrebbero dormito tutta la vita se non arrivava il Principe Azzurro a svegliarle. E Cenerentola? Avrebbe continuato a pulire cessi. O no?"
"Si?" Che potevo dire?
"Si. O meglio: no. Cioè: si, siamo martellati dalla promessa che quando troveremo l'amore potremo dirci davvero realizzati, ma no: non è vero. Chi l'ha deciso che imboccare i figli del Principe Azzurro per Biancaneve sia stato meglio che dormire tutta la vita, circondata però dall'affetto dei suoi amici nani che sicuramente, una volta diventata madre, è stata troppo occupata con la casa, i pannolini e tutto il resto per poter anche solo sentire al telefono? Eh? Chi l'ha detto?"
"Ma poveri nani..." non potevo che considerare.
"Poveri nani, Mandorla, brava! Poveri nani. Perchè, le tre fatine della Bella Addormentata? Quante volte pensi che andrà a trovarle, quella stronza, quando dovrà stare dietro all'argenteria del castello dove andrà ad abitare, o quando dovrà iscrivere i bambini a equitazione, perchè vuoi che non sappiano andare a cavallo, i figli del re?"
"Povere fatine!"
"Povere fatine, certo. Ma..." e ha dato l'ultimo tiro al mozzicone di canna che ormai gli stava bruciando i polpastelli "ma è proprio chi tifa per i sette nani e per le tre fatine che può farcela."

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