“L’Uomo di Primrose Lane” di James Renner
13 giugno 2017

A proposito di déjà-vu…

– Lo sai, la soluzione… – iniziai.
-… è sempre semplice ed elegante, – concluse lui. – Ci credi ancora, sul serio?
– Si. Ho sempre avuto la sensazione che vediamo gli alberi e non la foresta. Che la risposta è sempre stata in vista. Solo, non sappiamo in che modo guardare.

– Io ti conosco, – mi disse.
Lasciammo che ci arrivasse da sola.
– Sei così familiare. Anche la tua voce. Hai mai vissuto a Cleveland Heights?
– No, – risposi.
– Mmh. Mai entrato nel Barnes & Noble di Chapel Hill?
Scossi la testa.
– Mi verrà in mente, – disse lei. – Ce l’ho proprio… –
Poi i suoi occhi si spalancarono in un’espressione di puro orrore. Indietreggiò dall’isola, andando a sbattere contro il frigorifero. Una stampata di Volevo solo dirti di William Carlos Williams cadde a terra. Katy guardò David.
– È okay, – la tranquillizzò lui. – È tutto okay, Katy.
– Ma eri morto, – disse rivolta a me. – Sei il vecchio del centro commerciale, quello che le ha date all’altro tizio. Sei l’Uomo di Primrose Lane. Eri morto!
David si alzò in piedi e le cinse le spalle con un braccio.
– Non è tuo padre, – disse lei.
– No. Non è mio padre. Ma non è nemmeno l’Uomo di Primrose Lane.
– Allora cosa, il suo gemello o qualcosa del genere? Qualcuno mi aiuti a uscirne. Mi sembra di impazzire.
– Siediti, – disse David spingendola verso uno sgabello.
Lei obbedi come trasognata.
– Chi sei? – mi chiese.
– Sono David Neff, – risposi. – Sono lui, tra più o meno quarant’anni. Ho viaggiato… ho viaggiato indietro nel tempo per venirti a salvare. Il tizio del centro commerciale ti aveva rapita e uccisa. Sono tornato indietro per prenderlo prima che lo facesse anche qui. Ma mi è sfuggito.
Katy guardò David, gli occhi gonfi di frustrazione e ansia. Lui annuì. (…)
Lei deglutì, – Io… io l’ho sempre saputo che c’era qualcosa. Per tutta la vita, mi sono sempre sentita come se me ne stessi su un marciapiede con un pianoforte a coda sopra la testa legato a una corda pronta a spezzarsi. Tutto questo. Nulla di tutto questo mi è mai sembrato reale. Mi sono sempre sentita come se barassi per il solo fatto di essere viva. Ed era così. Merda, David. Da quanto lo sai?
– Non molto, – disse. – È okay se non vuoi sentire la storia ora. Ti serve un po’ di tempo?
– No, – rispose lei. – Avanti. Ditemi cosa doveva succedere in realtà.

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