foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
“L’Uomo di Primrose Lane” di James Renner
13 giugno 2017

A proposito di déjà-vu...

- Lo sai, la soluzione... - iniziai.
-... è sempre semplice ed elegante, - concluse lui. - Ci credi ancora, sul serio?
- Si. Ho sempre avuto la sensazione che vediamo gli alberi e non la foresta. Che la risposta è sempre stata in vista. Solo, non sappiamo in che modo guardare.

- Io ti conosco, - mi disse.
Lasciammo che ci arrivasse da sola.
- Sei così familiare. Anche la tua voce. Hai mai vissuto a Cleveland Heights?
- No, - risposi.
- Mmh. Mai entrato nel Barnes & Noble di Chapel Hill?
Scossi la testa.
- Mi verrà in mente, - disse lei. - Ce l'ho proprio... -
Poi i suoi occhi si spalancarono in un'espressione di puro orrore. Indietreggiò dall'isola, andando a sbattere contro il frigorifero. Una stampata di Volevo solo dirti di William Carlos Williams cadde a terra. Katy guardò David.
- È okay, - la tranquillizzò lui. - È tutto okay, Katy.
- Ma eri morto, - disse rivolta a me. - Sei il vecchio del centro commerciale, quello che le ha date all'altro tizio. Sei l'Uomo di Primrose Lane. Eri morto!
David si alzò in piedi e le cinse le spalle con un braccio.
- Non è tuo padre, - disse lei.
- No. Non è mio padre. Ma non è nemmeno l'Uomo di Primrose Lane.
- Allora cosa, il suo gemello o qualcosa del genere? Qualcuno mi aiuti a uscirne. Mi sembra di impazzire.
- Siediti, - disse David spingendola verso uno sgabello.
Lei obbedi come trasognata.
- Chi sei? - mi chiese.
- Sono David Neff, - risposi. - Sono lui, tra più o meno quarant'anni. Ho viaggiato... ho viaggiato indietro nel tempo per venirti a salvare. Il tizio del centro commerciale ti aveva rapita e uccisa. Sono tornato indietro per prenderlo prima che lo facesse anche qui. Ma mi è sfuggito.
Katy guardò David, gli occhi gonfi di frustrazione e ansia. Lui annuì. (...)
Lei deglutì, - Io... io l'ho sempre saputo che c'era qualcosa. Per tutta la vita, mi sono sempre sentita come se me ne stessi su un marciapiede con un pianoforte a coda sopra la testa legato a una corda pronta a spezzarsi. Tutto questo. Nulla di tutto questo mi è mai sembrato reale. Mi sono sempre sentita come se barassi per il solo fatto di essere viva. Ed era così. Merda, David. Da quanto lo sai?
- Non molto, - disse. - È okay se non vuoi sentire la storia ora. Ti serve un po' di tempo?
- No, - rispose lei. - Avanti. Ditemi cosa doveva succedere in realtà.

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