foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
“Inquietante delitto in Vaticano”
1 novembre 2017

di Flaminia P. Mancinelli

Quando lui le aveva spiegato che le catacombe dipendevano dal Vaticano ovvero dalla Pontificia Commissione per l'Archeologia Sacra, lei aveva reagito con stupore: «Ma ce n'est pas possible!... tu stai scherzando, Nicolà, non è possibile che sia il Vaticano a comandare sui ritrovamenti archeologici a Roma».
«Ho chiesto alla Vittorini di informarsi bene, ma credo che la regola - quello che tu chiami comandare - riguardi tutte le catacombe in territorio italiano».
«Toute l'Italie? Mais c'est vraiment fou!»
«No, invece, credo sia ovvio: si tratta dei primi cimiteri cristiani. In molti di questi sono stati sepolti i martiri delle persecuzioni romane. E quindi sono luoghi sacri, di cui è normale si occupi la Chiesa».
Marion si zittì, ma solo per qualche istante. Stava riflettendo. Quindi osservò: «Guarda caso, tutti - anche la Pontificia - si dimenticano di questa catacomba. La lasciano andare in rovina per anni... Giusto?»
Nicola si limitò a un cenno di assenso.
«Poi un giorno arriva un prete per fare un'ispezione alla catacomba... e dopo poco, guarda che combinazione, in quella stessa catacomba viene trovata una donna assassinata... Tu puoi pensare quello che vuoi, mon amour, ma in questo delitto il y a l'ombre du Vatican!»
«L'ombra del Vaticano?»
«Ça va sans dire...»

«Villa Ada è territorio del Comune di Roma... E allora qualcuno deve spiegarmi perché, se io ho bisogno di informazioni su quelle catacombe... Io, una carabiniera dello Stato italiano, devo farlo per la cortese intercessione di un Istituto alle dipendenze del Vaticano, di una certa Pontificia nonsocchè».
«Vuoi una sigaretta?», le chiese il tenente Serra, porgendole il pacchetto.
«No, grazie, ho smesso».
«Di nuovo? Non lo sapevo».
«Neanch'io! Sono solo cinque giorni e allora non ho fatto pubblicità, perché tanto lo so: poi ricomincerò».

«Grazie alla sua intuizione, cara Vittorini, siamo finalmente arrivati alla vittima zero del nostro serial killer», esclamò la donna, infilandosi i guanti sterili.
«Ne avete la certezza?», chiese Sara, cauta.
«Se si infila un camice e viene dentro, potrà constatarlo con i suoi occhi», la invitò la dottoressa. (...)
Il dottor Lusini era di spalle e stava scattando delle fotografie alla salma.
«Venga, sottotenente, si avvicini. Guardi qui», la disse mostrandole un punto preciso sulla schiena della donna. La pelle, rimasta sepolta per diverse settimane, era quasi del tutto putrefatta, ma nel punto indicatole dal patologo c'era una macchia rossastra.
Vincendo la repulsione, Sara si chinò a guardare e la vide.
«Se volessimo, potremmo dire che questa è la madre di tutti i tatuaggi che il serial killer ha inciso sulle donne assassinate: stessa posizione, analogo disegno», spiegò Lusini avvicinando il cono di luce della lampada. «Qui abbiamo l'originale, esattamente sotto la scapola destra. Solo che si tratta di una voglia mentre sulle vittime è un tatuaggio».
Sara arretrò di un paio di metri. «Allora è lei».
«È lei senz'altro!»

«Vedi, Sara, noi diciamo di avere un'anima, e quest'anima distingue l'essere umano e lo rende superiore agli altri animali... Ma ne siamo certi? O quell'anima che neghiamo agli altri esseri viventi, invece, in loro è molto più pura?»
Sara Vittorini cercò di seguire l'uccello nel suo indaffarato cinguettio, era alle prese con la costruzione del nido, dove a breve la sua compagna avrebbe deposto le uova, e non potè fare a meno di fermarsi a riflettere su quello che aveva appena detto Marion.

Ciao Teo...

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“Madama sbatterflay” di Luciana Littizzetto
10 gennaio 2013

Adesso, quasi quasi, mi faccio un tatuaggio. Sulla coscia. Blu. A forma di vena varicosa, così mi porto avanti col lavoro.

Vogliamo parlare dei maschi che si tingono? Guarda, solo a pensarci mi viene la congiuntivite. Non è tanto il tingersi in sè, che va be', se uno si fa schifo grigio, che cosa vuoi mai dirgli, ma è che le tinte maschili sono sempre orride. Sono sempre colori che non esistono in natura. Smalti da carrozzeria.
... hanno quei neri mantello di Zorro, biondo vimini, mogano cruscotto della Jaguar. (...)
Con sto' castano castoro che persino il castoro, se ti vede, ti dice: "Minchia, esagerato!". Ma com'è che le donne riescono ad avere tinte naturali e i maschi sembrano colorati col trattopen?

Poi, non so se avete notato, ma quelli che si fanno fotografare nudi sono sempre unti... ma perchè? Li devi mica friggere... Te li devi portare a letto, che, oltrettutto, uno così vuncio ti fa subito l'alone sulle lenzuola. Cosa te ne fai? Prima di coricarti lo impani?

... esistono donne insignite della fighitudine imperitura. Che non è questione di bellezza, ma di stato di grazia che ti porti dietro finchè campi, anche a ottant'anni e oltre. La fighitudine, alcune donne ce l'hanno e altre no. Io, per esempio, non ce l'ho.
Sono dotate di fighitudine quelle che si alzano dal letto come se fossero appena uscite dal parrucchiere. Io invece esco dal parrucchiere come se fossi appena scesa dal letto. Rendo l'idea? (...)
Io con il ciclo ho delle occhiaie come Voldemort mentre loro fanno paracadutismo. Sono quelle che hanno mani lunghe e affusolate senza bisogno di unghie finte. Io una volta ho messo le unghie finte e sembravo uno di quei rastrelli di alluminio da giardino per tirar su le foglie. Quelle che, dopo aver fatto l'influenza, non appaiono sciupate, sono bianco perla. Se faccio io l'influenza, sembra che mi abbia masticato un mastino senza denti.

Io ho quarantotto anni ma me ne sento ottantaquattro portati a stento. Alla sera apro la "Settimana Enigmistica" ma non riesco nemmeno a risolvere il primo rebus. Piego la testa come un papavero e crollo. Quelle che ho intorno agli occhi una volta somigliavano alle crepette che di tanto in tanto trovi sopra i formaggi. Adesso sono più come le venature della pipa, le pieghe della bandiera, i lampi che i monsoni tropicali disegnano nel cielo. Non sono rughe, sono dei plissè.
Anche agli uomini, però, lasciatemelo dire, la stagionatura non porta tutte queste migliorie... Il vostro boy ce li ha già i peli bianchi nell'infracoscie? E il ginocchio coi risvolti in pelle? Il tatuaggio che cola come le scritte dei film dell'orrore? L'allungamento verso il basso degli amici di maria? I peli sulle orecchie che gli crescono già a velocità maggiorata? Gli sono già spuntati i peloni sulle sopracciglia simili alle antenne delle aragoste?

E il vostro boy? E' tornato brontolosauro? Che, se fosse il suo unico difetto, pazienza, una dice: "E' lagnoso, ma ha tanti di quei pregi...". Invece no, la lagnosità è il collante che tiene insieme una caterva di magagne. Convincetelo almeno a farsi un tatuaggio, magari una bella flebo sul braccio.

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