foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Ricetta: scialatielli al limone con gamberetti
12 giugno 2021

Con i gamberetti regalati da Maria...


Scialatielli al limone con gamberetti

400 gr. di scialatielli al limone
320 gr. di gamberetti freschi già puliti
1 scalogno
4 cucchiai di vodka
olio extravergine d’oliva
prezzemolo
basilico
sale e pepe


Scegliere quattro bei gamberetti e metterli in una ciotolina (interi o tagliati grossolanamente) con un goccio di limone, olio, sale e pepe, poi lasciarli marinare in frigorifero il tempo necessario per preparare la pasta.
Affettare sottilmente lo scalogno e farlo appassire dolcemente in un saltapasta con una generosa dose di olio e poca acqua, successivamente aggiungere la vodka. Preparare un trito di prezzemolo e basilico.
Lessare gli scialatielli in abbondante acqua salata e scolarli al dente, versarli nel saltapasta con lo scalogno poi aggiungere i gamberetti, il trito d'erbe, sale e un po' d'acqua di cottura della pasta.
Cuocere mescolando per alcuni minuti sino a quando i gamberetti cambiano colore.
Servire gli scialatielli al limone completando i piatti con una macinata di pepe e i gamberetti crudi marinati.

Se si comprano i gamberetti freschi ancora da pulire, tenere presente che con un chilo si ottengono circa 520 gr. di prodotto finito giusti per quattro generose porzioni di pasta e un antipasto di gamberetti crudi marinati. Utilizzare le teste e i carapaci per ottenere un ottimo fumetto di pesce.



www.antichetradizionidigragnano.com

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Post post-natalizio 1: Gin Christmas Bauble
19 gennaio 2020

Quando davanti a una credenza piena di alcolici di ogni tipo si dice con disperazione: "Ma qui non c'è nemmeno una bottiglia di gin" bisogna pensare che un attento astemio correrà ai ripari...


The Lakes Gin Christmas Bauble è un geniale set regalo che la premiata distilleria The Lakes Distillery del Regno Unito, situata sulla sponda settentrionale del lago Bassenthwaite, ha messo in vendita per Natale.
Il cofanetto contiene sei bottigliette da 5 cl. a forma di palline di Natale, riempite a due a due con Lakes Gin, Lakes Sloe Gin e Lakes Damson Gin per infondere alle feste il giusto spirito del Natale.

Lakes Gin: gin classico con vibranti note di ginepro, scorza d'arancia e limone. Alcol 43.7%
Lakes Sloe Gin: liquore di gin alle bacche di prugnolo selvatico, con sentori di confettura di lamponi, arancia, ginepro e coriandolo. Alcol 25%.
Lakes Damson Gin: liquore di gin alle susine selvatiche, con sentori di ciliegia fresca, prugne mature, ginepro e spezie. Alcol 25%.

Disponibili anche i set al whisky e alla vodka e dalla famosa distilleria un invito: "Ammira il tuo albero di Natale o goditi un bicchiere".

www.lakesdistillery.com

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Ricetta: spiedini di caramelle Haribo alla vodka
7 agosto 2016

Spiedini non lontani dagli "Orsetti ubriachi" delle Ciccionate di Cisco...

Spiedini di caramelle Haribo alla vodka

100 gr. di caramelle soft ai frutti di bosco Haribo
vodka


Scegliere degli stuzzicadenti per spiedini non troppo lunghi e piuttosto sottili.
Infilare in ogni stuzzicadente cinque o sei caramelle alternando a piacere le diverse varietà. Mettere tutti gli spiedini ottenuti in un contenitore di vetro alto e stretto poi versare la vodka sino a coprirli completamente.
Chiudere il contenitore con il relativo tappo o della pellicola per alimenti e mettere gli spiedini in frigorifero per circa tre ore. Le caramelle devono essere ben imbevute di vodka ma ancora saldamente attaccate agli spiedini.
Servire a eterni Peter Pan che non disdegnano di alzare il gomito!

Le caramelle ai frutti di bosco possono essere sostituite con altre di diverso sapore e forma purchè gommose (orsetti, bottigliette di cola, uova al tegamino, coccodrilli, dinosari, bruchi, lettere, cuori, labbra, ciliegie).



www.haribo.com

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Ricetta: tagliatelle rigate con coppa ubriaca
27 febbraio 2015

Dall'Abruzzo con furore queste inusuali tagliatelle rigate... perfette per un sugo di carattere...


Tagliatelle rigate con coppa ubriaca

400 gr. di tagliatelle rigate (o bucatini)
400 gr. di polpa di pomodoro
140 gr. di coppa (o capocollo)
1 cipolla grande
2 peperoncini secchi
1 bicchierino di gin o vodka
prezzemolo
olio extravergine d’oliva
sale e pepe


Affettare finemente la cipolla e farla appassire in una larga padella con poco olio, aggiungere la coppa tritata al coltello poi sfumare con il gin. Unire i peperoncini sbriciolati, la polpa di pomodoro, sale e pepe poi fare cuocere il sugo per una decina di minuti.
Lessare le tagliatelle rigate in abbondante acqua salata, scolarle al dente e versarle nel sugo. Mescolare bene aggiungendo del prezzemolo tritato e, se necessario, poca acqua di cottura della pasta.
Servire mettendo a dispozione del parmigiano grattugiato o del pecorino.

Coppa: insaccato detto anche capocollo, capicollo, lonza o lonzino presente in varie regioni italiane. E'ottenuto dalla lavorazione della porzione superiore del collo e da parte della spalla del maiale, le carni vengono salate e massaggiate poi insaccate in un budello naturale e fatte stagionare. Nel corso della lavorazione sono aggiunte spezie ed erbe aromatiche tipiche delle diverse località di produzione.

Tagliatelle rigate Pastificio Maiella, pasta di semola di grano duro trafilata in bronzo
www.pastificiomaiella.com

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“Lupo mangia cane” di Martin Cruz Smith
15 giugno 2012

Ivan era arrivato alle 9.28 di sera, era salito direttamente a quello che veniva considerato l'appartamento più sicuro di tutta Mosca e alle 9.48 si era schiantato a terra. Arkady aveva misurato la distanza del corpo dall'edificio. Di solito, se si trattava di omicidio, la caduta avveniva in verticale, visto che la vittima aveva speso quasi tutte le sue energie per evitare di essere catapultata all'esterno. I suicidi, invece, erano più motivati e atterravano più lontano. Ivanov era finito quasi sulla carreggiata.

"Perchè non crede che si tratti si suicidio? Cosa c'è che non la convince?"
"Non mi sembra di aver detto nulla del genere."
"Eppure c'è qualcosa che non le torna."
Arkady rimase un attimo a riflettere. "Recentemente il suo amico non era più quello di prima, vero?"
"Forse era depresso."
"Ha traslocato due volte negli ultimi tre mesi. I depressi non hanno l'energia per spostarsi di continuo. Di solito se ne stanno fermi." La depressione era un argomento in cui Arkady era piuttosto ferrato. "Secondo me aveva paura."

Tornò verso il letto (...) spostandosi verso la cabina armadio. Quando l'aprì, le luci illuminarono di un bagliore lattiginoso lo strato di sale che copriva ancora il pavimento. La superficie mostrava gli stessi segni che Arkady aveva già notato: qualche concavità, la traccia di qualcosa che vi era stato appoggiato. (...) Arkady aprì un cassetto in cui erano riposte delle camicie con le cifre in varie sfumature di colori pastello. Le passò una per una e non vide niente, ma quando richiuse il cassetto sentì che qualcosa scivolava sul fondo.
Lo aprì di nuovo e dietro, sotto le camicie, trovò un fazzoletto sporco di sangue avvolto intorno a un dosimetro, uno strumento che serviva a misurare la quantità di radiazioni, grande quanto una calcolatrice. Le cuciture dell'astuccio di plastica rossa erano incrostate di sale. Tenendolo ai bordi per evitare di lasciare impronte, lo accese e osservò i numeri sul display scorrere rapidamente fino a diecimila. Dal suo addestramento nell'esercito Arkady ricordava che la radioattività naturale non era mai superiore a cento. Ma ora, più avvicinava lo strumento al sale, più il numero cresceva. Arrivato a a cinquantamila il dosimetro si bloccò.

Il rumore attutito prodotto da un gufo che si alzava in volo e un fruscio, forse causato da un rapido movimento di un topo, gli fecero drizzare le orecchie. (...) La natura si stava riappropriando di Chernobyl. In certi momenti strisciava sotto i suoi occhi.

La zona di Chernobyl poteva essere considerata come una sorta di bersaglio, con i reattori al centro e attorno due cerchi concentrici, a distanza di dieci e trenta chilometri dal punto centrale. La città morta di Pripjat era compresa all'interno del primo cerchio, mentre la vecchia città di Chernobyl, da cui la centrale nucleare aveva preso il nome, era in realtà più lontana, nel cerchio esterno. Insieme i due cerchi componevano la "Zona di esclusione".

"Quindi ti se dato un compito impossibile in un deserto radioattivo. Delle due l'una: o sei un malato di mente o hai votato la vita al lavoro."
"Buona la prima."
"Beviamoci sopra." Alex riempì di nuovo i bicchieri. "Sai che l'alcol protegge dalle radiazioni? Elimina l'ossigeno che potrebbe essere ionizzato. Certo, la mancanza di ossigeno non è uno scherzo, ma per gli ucraini l'alcol è un toccasana..."

"La verdura è coltivata in luogo?" Ripetè Alex, assaporando la frase come se fosse il fumo della sua sigaretta.
"Anche se non siamo ancora pronti per apporvi l'etichetta "Prodotto DOC", le rispondo di sì. Gran parte di quello che consumiamo viene raccolto nei dintorni." (...)
Un'altra domanda circolò tra i commensali prima che Alex si sedesse.
"Ah, volete sapere se il cibo è radiattivo? La risposta dipende da quanta fame avete.
(...) il latte è pericoloso, ma il formaggio no, perchè i radionuclidi restano nell'acqua e nell'albumina. I molluschi sono nocivi e i funghi ancora di più. Ci sono funghi oggi?" (...)
A quel punto Alex si alzò di nuovo. "Alla vodka, in prima linea per la difesa dalle radiazioni."
Tutti si unirono al brindisi.

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