foto di Elena Fiorio - Burano maggio 2009
Ricetta: sangria estiva all’anguria
20 luglio 2019

Una versione leggera e molto, molto estiva...


Sangria estiva all'anguria

1 bottiglia di cabernet sauvignon (750 ml.)
1 pesca noce
2 grosse albicocche
un quarto di anguria baby
8 ciliegie
una manciata di mirtilli
250 ml. di succo di arancia bionda
2 cucchiai di zucchero di canna
1 stecca di cannella
1 anice stellato


Scegliere frutta matura ma ben soda e lavarla accuratamente, poi tagliare a cubetti la pesca con la buccia e fare lo stesso con le albicocche e la polpa dell'anguria privata dei semi. Dividere a metà le ciliege ed eliminare i noccioli.
Mettere la frutta tagliata e i mirtilli in una caraffa di vetro insieme allo zucchero, la stecca di cannella e l'anice stellato poi versare il vino e il succo di arancia bionda. Lasciare riposare in frigorifero almeno due ore o preferibilmente una notte.
Servire la sangria molto fredda nella caraffa o in un'anguria svuotata della polpa.

E' una versione non particolarmente alcolica e dolce da servire con un antipasto di tapas o a tutto pasto con una paella. La sangria può essere conservata in frigo per qualche giorno dopo aver tolto la frutta.

La sangria è una bevanda alcolica a base di vino, frutta e spezie originaria della penisola iberica. Solitamente realizzata con il vino rosso in Catalogna è possibile trovarla anche fatta con vino bianco o spumante (sangria de cava). Pare che in origine fosse comunemente bevuta dai contadini portoghesi che la chiamarono così per il suo colore simile al sangue. Molte e differenti le ricette che di solito prevedono vino rosso corposo, pesche, mele, arance e limoni, spezie come cannella e chiodi di garofano, zucchero, talvolta un superalcolico e seltz.


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Bandiere a tutto sapore
1 febbraio 2019

Molto incuriosita dagli spinaci cheera thoran indiani...


Per promuovere il Sydney International Food Festival del 2009 l’agenzia australiana di comunicazione WHYBIN\TBWA ha rivisitato le bandiere di diciotto nazioni utilizzando come tavolozza colori gli alimenti tipici di ogni paese.

Australia: meat pie e salsa
Brasile: foglie di banano, lime, ananas e frutto della passione
Cina: pitaya e carambola
Corea del Sud: kimbap e salse
Francia: roquefort, brie e uva
Giappone: tonno e riso
Grecia: olive kalamata e feta
India: pollo al curry, riso, cheera thoran e papadum
Indonesia: salsa sambal oelek e riso
Italia: basilico, spaghetti e pomodori
Libano: fattoush, pita e prezzemolo
Regno Unito: scone, panna e marmellata
Spagna: chorizo ​​e riso allo zafferano
Stati Uniti: senape e hot dog con ketchup
Svizzera: prosciutto e emmental
Thailandia: salsa agrodolce piccante, cocco grattugiato e granchio blu
Turchia: lokum
Vietnam: rambutan, litchi e carambola

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Venerdì 17
17 giugno 2016

Attacco di eptacaidecafobia?


L'eptacaidecafobia (dal greco ἑπτακαίδεκα, diciassette e φόβος phobos, paura) è la paura del numero 17. Questo numero, in particolare abbinato al giorno venerdì, è ritenuto sfortunato in Italia, una superstizione non riscontrabile altrove ma del tutto analoga a quella anglosassone per venerdì 13. E il giorno più temuto per spagnoli e greci? Martedì 13.

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Un sorriso vitaminico
20 marzo 2016

Primavera... è tempo di doparsi di supradyn...


Eva Senín Pernas make up artist e fotografa spagnola ha realizzato colorate e golose labbra fruttate oltre a suggestivi trucchi a tema Halloween e una originalissima bocca Tetris.

esphotomakeup.weebly.com
www.facebook.com/EvaSeninPernas

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Segnalibri bestiali
26 dicembre 2014

Come non adottare tutti questi animaletti?
 

I colorati articoli Guestå sono disegnati in Spagna e spaziano dagli accessori personali, di cancelleria e di decorazione della casa per un simpatico regalo a amici, parenti e... se stessi.

guesta.hk

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“Il silenzio dei chiostri” di Alicia Giménez-Bartlett
21 giugno 2013

Che meraviglia il Monastero di Poblet e il Monastero di Sant Pere de Rodes di El Port de la Selva in Catalogna...

La trovai sul divano. I capelli sciolti e scarmigliati le nascondevano la faccia. La testa era piegata sui cuscini in posizione innaturale. Le gambe puntavano verso il soffitto, nude e bianche, scoperte dalla gonna rovesciata intorno ai fianchi. Spalancai la bocca ed esclamai:
- Marina, cosa diavolo fai messa a quel modo?
Allora Marina, figlia del mio terzo marito e pertanto in via semiufficiale mia figliastra, ricompose la sua contorta figura per ritrovare la stazione eretta. Congestionata da quel sottosopra, rispose:
- Vedevo tutto all'incontrario.
- Mi ha fatto una gran brutta impressione trovarti così.
- Perché ti è tornata in mente la gente assassinata...
Quella bambina di otto anni, taciturna, discreta, intelligente, aveva il dono di leggermi nel pensiero con spaventosa facilità. Mi piantava addosso i suoi occhi azzurro chiaro e automaticamente sapeva qualunque cosa mi passasse per la mente. Ma quella sua virtù che mi costringeva a vivere con la guardia alzata non mi piaceva affatto. Mentii (...)

- Lo sa che avrebbe dovuto chiemare immediatamente la polizia? Lo sa che...?
Mi interruppi, esasperata. Tirai fuori il cellulare.
- Ma cosa sta facendo? - mi chiese in malo modo la suora. - Se ho aspettato tanto e alla fine mi sono rivolta a lei è solo perchè desidero discrezione. Questo è un convento, non possiamo finire sui giornali.
- Che cosa suggerisce, allora, che lo seppelliamo nella cripta e cancelliamo tutte le tracce?
- Non dica sciocchezze e la smetta di essere insolente. Questo è il mio convento a qui comando io! Lei non sa chi è quell'uomo. E frate Cristóbal dello Spirito Santo, dell'abbazia di Poblet! Vuole far scoppiare uno scandalo che mandi all'aria due ordini religiosi insieme?
Strinsi i denti a la guardai negli occhi.
- E va bene, lei è la madre superiora di questo convento e magari di altri ventitrè, e quell'uomo può anche essere il papa di Roma fatto a pezzettini. Ma per me il risultato non cambia. C'è una legge in questo paese e tutti sono tenuti a rispettarla.

Mentre guidavo verso casa non potei fare a meno di pormi qualche domanda. Chi mai potrebbe uccidere un monaco cistercense dedito al restauro di salme medievali? E a chi mai verrebbe in mente di rubare un beato mummificato da secoli? A qualcuno doveva pur interessare, se i ladri avevano perfino ucciso per poterlo portare via. Ma una mummia del genere, non sarà fragilissima? Dovevano aver agito con estrema cautela. I santi e i beati hanno un valore sul mercato dell'antiquariato? Mi sembrava strano, a meno che la salma non fosse avvolta in ricchi paramenti sacri. Ma in tal caso, non sarebbe stato più facile spogliarla a lasciarla lì, nuda come un verme? E poi, se lo scopo era rubare la mummia, perché far fuori il povero cistercense? Solo perchè aveva sorpreso i profanatori nella cappella? Mai e poi mai, in tutta la mia vita di poliziotto, mi ero trovata davanti a tanti interrogativi tutti insieme.

Per qualche minuto rimasi sola davanti a un'ultima tazza di caffè. Tutto nella vita è complicato, e tutto ha un prezzo. Incontri l'uomo della tua vita e lui ti porta in casa una caterva di figlioli, nati da due madri diverse per di più! Ogni passo che fai apre scenari nuovi di cui nemmeno sospettavi l'esistenza. (...) Riuscire ad armonizzare tutti gli aspetti della vita è una classica aspirazione femminile. Noi donne ci crediamo onnipotenti: competitive sul lavoro, splendide amanti e madri amorevoli. (...) Avevo sopravvalutato le mie possibilità. Di sicuro esistono donne capaci di essere splendide mogli, ottime madri e professioniste di successo, e che trovano anche il tempo di fare sport e darsi al volontariato, ma quello non era il mio caso.

II corpo incorrotto di frate Asercio de Montcada, che assurdità! Solo in Spagna succedono certe cose. Un paese arretrato, con i falò in piazza, i tori nelle arene e le reliquie esibite ai turisti: il braccio di santa Teresa, il santissimo orecchio di san Giuseppe, l'intestino crasso di santa Policarpa... Che schifo! Che schifo e che ignoranza, naturalmente. Ormai ero così alterata che avevo spinto il motore al massimo senza neppure rendermene conto. Alzai il piede dall'acceleratore. Sebbene il destino mi avesse fatta nascere in un paese disgraziato volevo continuare a vivere ancora per qualche anno.

- Lasci perdere, queste sono sciocchezze. Andrò dove mi dicono. In realtà non me ne importa molto. Solo una cosa mi dispiace: non aver saputo vedere tutto il dolore e tutto l'odio che covava intorno a me. Quanto a non essere più madre superiora, quel che mi preoccupa è che non avrò più un ufficio tutto mio. Mi sarà impossibile fumare...

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Desigual
3 settembre 2011

Mi succede così… guardo e a colpo d’occhio prenderei tutto… poi in realtà sono veramente pochi i capi che sono disposta a comprare e indossare… ma con quei pochi è vera sintonia…

Abbigliamento urbano non convenzionale per uomo, donna e bambino.

Il marchio Desigual è stato creato da Thomas Meyer, svizzero di nascita e iberico d'adozione, che inizia a vent’anni la sua carriera vendendo abiti patchwork ad Ibiza.

L'apertura del primo grande negozio sulle Ramblas di Barcellona decreta il grande successo della filosofia che guida il marchio Desigual: “questo non é uguale”.

Desigual si avvicina ai suoi clienti diversificandoli per stili e non per età e propone un mondo in cui ognuno è libero di vestirsi indossando capi d'abbigliamento diseguali, variopinti e in grado di comunicare emozioni positive.

L’affascinante stile Desigual è caratterizzato da patchwork vivacissimi impreziositi da bottoni sapientemente abbinati, da interessanti chiusure asimmetriche, da insoliti accostamenti di ricami colorati e fantasie psichedeliche, da preziosi velluti accostati ad inserti di jeans.

Abiti, borse e accessori stravaganti ricordano una confezione artigianale dei capi.

Recentemente una promozione Desigual chiedeva di presentarsi in negozio vestiti solo con indumenti intimi per poter ottenere gratuitamente due capi di abbigliamento a scelta: l’iniziativa ha avuto un grandissimo successo!



www.desigual.com

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Kukuxumusu
21 giugno 2011

Mi sono imbattuta in un vestito Kukuxumusu a Tarragona nell’agosto 2009… ed è stato mio… un fantastico groviglio di mostriciattoli color carta da zucchero...

Kukuxumusu, una fabbrica di idee e disegni.

Kukuxumusu è la trovata di tre amici di Pamplona  messa in atto per guadagnare qualche soldo da investire in vino durante i festeggiamenti di San Fermin.
L’idea ha preso forma durante un viaggio in Australia che i tre amici Mikel, Koldo e Gonzalo hanno fatto nel 1989.
Il progetto iniziale era decisamente minimale: vendere per strada t-shirts durante i giorni di festa e bersi di litro in litro tutti i ricavati.
A parte qualche incidente di percorso la trovata cominciò ad avere successo.
Poco a poco quella che era semplicemente una "idea divertente" si trasformò in un "progetto interessante".
Altre persone sono state coinvolte e la storia è cresciuta fino a diventare quello che è oggi Kukuxumusu.
Ovviamente il progetto continua a divertire i tre amici di Pamplona e il vino continua a piacere loro molto!

Kukuxumusu, “bacio di pulce” in lingua basca, partorisce idee bizzarre creando disegni per t-shirts e un’infinità di altri prodotti: borse e zaini, penne, asciugamani, quaderni, ombrelli, copriwater, tende da bagno, occhiali, caschi da moto e persino elicotteri.
Kukuxumusu è l'insieme di tante e varie cose, generalmente divertenti. O almeno questo è il suo obiettivo.

Dicono di loro stessi:
“A seconda del punto di vista, possiamo sembrarti una cosa o esattamente un’altra. Quello che ci è fermamente chiaro è che ci diverte quello che realizziamo, e facciamo quello che facciamo soprattutto per divertirci.”

www.kukuxumusu.com

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